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Pietro Belly | ||
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Pietro Belly (Nacque nel 1731 - Morì nel 1791) Quando nel 1758 i rapporti tra l'Intendenza Generale del Regno di Sardegna, e l'ingegnere minerario e console di Svezia nell'Isola, Carlo Gustavo Mandel, incominciarono a guastarsi, l'Ispettore Generale delle Miniere degli Stati Sardi Spirito Benedetto Nicolis di Robilant, (1724-1801), su richiesta dell'Intendente Generale, inviò nell'Isola il sottotenente d'artiglieria Gio Stefano Ponzio con l'incarico di controllare, "con molto tatto" la gestione della Fonderia di Villacidro e quella della concessione Mandel. Il Ponzio, quando era ancora cadetto d'Artiglieria, insieme ai colleghi Bussoletti, Vallino, e Fontana, era stato inviato, da Carlo Emanuele III, con il di Robilant, nel 1749, in Austria, Germania, Ungheria e in Danimarca, per osservare tutte le attività industriali e tecnologiche operanti in quei Paesi e riferirne puntualmente a lui. Istituite poi, nel 1752, su suggerimento dello stesso di Robilant, e con il beneplacito del ministro per gli Affari di Sardegna conte Giovambattista Bogino di Migliandolo, le Scuole Teoriche per gli ufficiali di Artiglieria e Genio, il Ponzio aveva avuto l'incarico di insegnarvi approntandone anche gli specifici testi. Giunto a Cagliari nel 1759 il Ponzio creò un laboratorio chimico in alcuni locali in prossimità della torre di San Pancrazio, dotandolo d'attrezzature e reattivi fatti arrivare appositamente da Torino. Mentre si accingeva a compiere l'incarico conferitogli, pochi mesi dopo il suo arrivo nell'Isola, moriva per malaria perniciosa. Il di Robilant inviò, allora per sostituirlo, il sottotenente d'Artiglieria Pietro Belly specializzato nelle Scuole Teoriche di recente istituzione. Il Belly si accinse a gestire la Fonderia di Villacidro per conto dell'Intendenza Generale, che in attesa della sentenza che avrebbe dichiarato decaduta la concessione Mandel, era gestita interinalmente, ed a proprie spese, dall'avvocato fiscale regio don Antonio Vincenzo Mameli d'Olmedilla, che il Mandel stesso, prima di morire, aveva nominato suo esecutore testamentario. Il Belly fece del suo meglio, ma la carenza di cultura e di esperienza metallurgica sua e del personale sardo addetto alla fonderia, essendo ormai tutti gli esperti metallurgisti tedeschi, a suo tempo chiamati dal Mandel, morti o rimpatriati, si ripercosse sulla sua gestione. La fonderia, vivacchiò stentatamente fino al 1788, in quanto dalla morte del Mandel non erano stati fatti investimenti nè ammodernate le attrezzature. Anche l'idea di utilizzare i forzati come minatori si era mostrata impraticabile per via dell'elevato numero di sorveglianti necessari per controllare i forzati. Nonostante lo zelo profuso, lo stesso Belly fu sospettato d'aver gestito male l'impresa. Dopo la morte di Mandel avvenuta nel 1759 il Belly ricevette dallo Stato Sabaudo la concessione della Miniera di Montevecchio; per incrementare i lavori minerari il Belly ebbe l'idea di utilizzare i galeotti, facendo loro scavare oltre 500 metri di pozzetti e gallerie, per una produzione totale di 2000 tonnellate di minerale. Nel 1762 divenne il Direttore delle Miniere della Sardegna ed iniziò a viaggiare per le miniere dell'isola; a testimonianza di queste ispezioni sono rimasti diversi scritti e appunti di lavoro. Il Belly contribuì inoltre nel 1770 alla nascita del paese di Calasetta sull'isola di Sant'Antioco progettandone lo schema urbanistico: Calasetta fu infatti creata per ospitare gli ex-schiavi provenienti dall'isola tunisina di Tabarka. Egli morì a Torino socio dell'Accademia delle Scienze, con il grado di colonnello e di Direttore delle Miniere di Sardegna, il 14 luglio 1791. Poco prima di morire scrisse una lettera al conte Prospero Balbo, segnalandogli la presenza di quello che sarebbe diventato poi, l'importante giacimento antracitifero della Barbagia di Seulo, coltivato dalle miniere di Seui e Seulo. Nella Biblioteca Universitaria di Cagliari sono conservati alcuni volumi manoscritti, inventariati come "Trattati Vari" che sono i testi delle Scuole Teoriche, intitolati rispettivamente: "Geometria Euclidea", "Geometria Sotterranea", "Chimica Metallurgica" e "Chimica Docimastica", realizzati e probabilmente portati nell'Isola dal Ponzio, successivamente utilizzati dal Belly, donati al bibliotecario Faustino Baille dal magistrato, ormai cagliaritano, don Giuseppe Belly figlio, appunto, del capitano Pietro. Nella Biblioteca Universitaria di Sassari è conservato un manoscritto, che è il quaderno delle esercitazioni di Chimica Analitica e Applicata fatte dal Ponzio durante il suo viaggio di istruzione in Germania con il di Robilant, e utilizzato poi da Pietro Belly durante la sua permanenza a Cagliari, donato a quella biblioteca dall'altro figlio di Pietro, Filiberto, capitano del Corpo Franco di stanza a Sassari. Questa scheda è stata realizzata grazie al contributo ed alle ricerche del Prof. Paolo Amat di San Filippo. |
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