il logo di www.minieredisardegna.it

Vai alla miniera di:

(Miniere di Iglesias-Gonnesa)
Miniera di Seddas Moddizis - Laveria

Miniera di
Iglesias-Gonnesa

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura

..:Storia della miniera di Seddas Moddizis

..:Sitoweb dedicato al Villaggio Asproni


ingrandimento della fotografia ingrandimento dell'immagine ingrandimento della fotografia

La vecchia laveria idrogravimetrica. Tale laveria fu voluta dall'Ing. Asproni nel 1889 nella regione denominata Serra Scoris, e divenne operativa a partire dal 1893. La laveria era collegata mediante ferrovia al ribasso San Filippo. Inoltre vennero condotte e incanalate per 5 km alcune sorgenti della zona, atte a fornire l'acqua necessaria per l'impianto di trttamento.

Le fasi di trattamento del minerale prevedevano una prima cernita del minerale effettuata dalle donne e dai ragazzi in appositi piazzali all'uscita delle gallerie, che permetteva di separare il minerale in 3 categorie: la calamina in roccia, i minerali di calamina e lo sterile.

La calamina in roccia veniva poi inviata ai forni di calcinazione a Tino, situati in regione Sant'Antonio; i minerali di calamina venivano inviati alla laveria e trattati per pezzatura: i maggiori inviati nei forni a tino, mentre quelli di diametro minore nel forno rotativo Oxland. I forni rotativi Oxland erano alimentati con cespugli di corbezzolo e altre piante della zona.

Negli anni '40 del '900 venne installato nella laveria gravimetrica un impianto per la macinazione e ventilazione delle ocre e delle terre coloranti prodotto della miniera, ma anche acquistate da terzi. Vennero inoltre iniziati i lavori per dotare la laveria di energia elettrica mediante la costruzione di una cabina di trasformazione da 15.500/260 Volt con 2 trasformatori da 60 KVA ciascuno; i vecchi impianti a vapore furono demoliti.

ingrandimento della fotografia

La laveria nuova. Nel 1952 iniziarono i lavori per la costruzione di un impianto di flottazione che trattasse i rifiuti della laveria gravimetrica, ancora ricchi in piombo e zinco. Qualche anno dopo l'impianto venne completato con le celle di flottazione del piombo oltre ad un reparto di concentrazione a tavole per le terre calaminari.

ingrandimento della fotografia ingrandimento della fotografia

La laveria nuova. Interni delle strutture preesistenti.

ingrandimento della fotografia ingrandimento della fotografia ingrandimento della fotografia

La laveria nuova. Gli interni.

ingrandimento della fotografia ingrandimento della fotografia

La laveria nuova. Alcuni impianti.

ingrandimento della fotografia ingrandimento della fotografia ingrandimento della fotografia ingrandimento della fotografia

I forni di calcinazione della calamina. Negli anni '20 con la laveria gravimetrica ferma, si utilizzavano i soli forni a tino per calcinare la calamina, ma poichč tali forni erano alimentati con la lignite che lasciava un residuo di zolfo, il prodotto calcinato veniva deprezzato.

ingrandimento della fotografia

Un vecchio pozzo pisano.


Cartine IGM:

Vota questa miniera

Questa pagina ? stata visitata 22520 volte

    home -- mappa -- chi siamo -- contatti
    le miniere -- il parco -- la storia -- link
    le interviste -- i minierabondi -- precauzioni
    libri e miniere
    I Geositi della Sardegna