|
Vai alle miniere di: | Le miniere di Barbagia - Alto Sarcidano | Le miniere di | ||
---|---|---|---|---|
|
La Barbagia di Seùlo fa parte di una vasta zona della Sardegna interna e selvaggia. La geologia dell'area è caratterizzata da rocce metamorfiche (scisti dell'Ordoviciano, e del Carbonifero sup.) da rocce vulcaniche (i porfidi del Carbonifero sup. - Permiano), e da rocce sedimentarie (i calcari del giurassico). Il settore permo-carbonifero dell'Ogliastra identificato per la prima volta dal A. Lamarmora, si estenderebbe dalla località di Ingurtipani, presso Seulo, fino a Perdasdefogu. Secondo un'ipotesi formulata nel 1923 dal Lotti, lo strato permo-carbonifero si troverebbe su una linea che, partendo da Seui, si congiungerebbe alla Corsica e da qui arriverebbe sino al bacino della Durance e al Creusot, in Francia, per concludersi col bacino carbonifero belga. Durante il Carbonifero sup. - Permiano (290-225 Milioni di anni fa) in Sardegna si avevano condizioni di terra emersa e pertanto gli affioramenti di rocce scistose a resti di vegetali della Barbagia (Seùi, Seùlo), dell'Ogliastra (Perdasdefogu), dell'Iglesiente (Pranu San Giorgio) e della Nurra, sono interpretati come testimoni dell'esistenza di piccoli bacini interni di tipo lacustre. A giudicare dai resti fossili rinvenuti è facile dedurre che durante il Permiano la vegetazione della Sardegna annoverasse piante ricche di fogliame come dimostrano le abbastanza frequenti Asterophyllites (Calamariacee) e Callipteris (Medullosacee) che vengono considerate piante rampicanti analoghe a quelle attualmente viventi nelle foreste vergini tropicali. È ovvio che questa abbondanza di fogliame deve essere messa in relazione con un clima piuttosto umido, dato che è confermato anche da Lepidodendracee, Sigillariacee, ecc. che, nelle forme fossili, sono, in grande prevalenza, arborescenti; infatti esse potevano raggiungere anche i 30 metri d'altezza e facevano parte di una vegetazione di foresta dal suolo paludoso e fangoso. Legate allo stesso ambiente sono anche le Sphenophyllum (Sphenofillacee) le quali, con tutta probabilità, vivevano nell'acqua e, quindi, testimonierebbero una vegetazione di sottobosco umido come le Pecopteris (Felci); queste ultime sarebbero addirittura di pantano paludoso e, in base al numero dei reperti fossili, sono le più rappresentate nel Permico sardo. Piante spiccatamente terrestri documentate dai fossili sono certe conifere, quali lebachia (walchia), che trasportate dai bordi dei bacini stessi o dalle terre emerse circostanti hanno contribuito, almeno in parte, alla genesi dei depositi di carbone (antracite) della Barbagia. Il territorio è perciò di notevole importanza anche dal punto di vista minerario. Si trovano, infatti,Fundu 'e Corongiu e San Sebastiano (Seui) e di Ingurtipani (Seulo) da cui veniva estratto nella prima metà del novecento l'antracite, un prezioso carbone. Le strutture minerarie sono ancora presenti seppur in stato di abbandono, e completamente avvolte da una fitta vegetazione. Non lontano, in territorio di Gadoni, è situata l'importantissima miniera di rame di Funtana Raminosa, facente parte del Parco Geominerario ed attrezzata per la visita turistica. I calcari del Giurassico medio (da 187 a 163 M.a.), pur occupando superfici modeste, si sviluppano in forme di eccezionale interesse. I Tacchi e i Tonneri sono le tipiche formazioni calcaree del versante occidentale e meridionale del Gennargentu, che sconfinano verso nord nell'Ogliastra. Lo stesso Alberto Lamarmora parlava di altipiani isolati facenti probabilmente parte di una massa più vasta che si estendeva sino al Sarcidano. Su questi rilievi aridi e battuti dai venti cresce una scarsa vegetazione da altitudine di tipo steppico. Presso Seulo il paesaggio è dominato dai Tacco Ticci ed il Tacco Rì. Nel primo abbondano le schegge di ossidiana, il che testimonia una frequentazione umana della zona sin dal Neolitico. A Seùi si incontra il Monte Tonneri di 1323 metri scolpito anch' esso nel calcare giurassico. È in questa zona che sopravvive una delle più belle foreste montane della Sardegna, la Foresta di Montarbu che si estende per 2.767 ettari ricoperti da boschi, in parte naturali (leccio secolare) ed in parte rimboschiti con conifere. Poco distante è il torrione verticale, leggero e ardito, del Tacco di Perda Liana (1293 metri) che domina caratterizzandolo il paesaggio di questa parte di Sardegna. Pur essendo geologicamente interessata dai calcari del giurassico medio (da 187 a 163 M.a.), nella Barbagia sono notevolmente rappresentate le rocce metamorfiche ordoviciane (da 505 a 438 M.a.), in prevalenza scisti. Classificazione del carbone fossile: A seconda dell'età e del grado di fossilizzazione si distinguono le seguenti qualità di carboni fossili: Antracite: È il carbone di formazione più antica. È nero con lucentezza quasi metallica, brucia perfettamente con fiamma corta, ha potere calorifero di 7700-9200 kcal/kg. Litantrace: Ha potere calorifero di 7200-7900 kcal/kg. Si distingue in Litantrace a lunga e corta fiamma con diversi sottoprodotti. Lignite: È un combustibile povero (potere calorifero 5500-7200 kcal/kg) che si impiega solo nelle vicinanze del luogo di estrazione. Torba: È il carbone più recente, che si trova in zone acquitrinose chiamate torbiere. Ha un potere calorifero di 3000-4500 kcal/kg ed è quindi un combustibile di scarso valore. |
home -- mappa -- chi siamo -- contatti
|