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La Storia La miniera è ubicata nei pressi del villaggio di Bindua ed è stato fra i più produttivi dell'iglesiente,nella coltivazione di un importante giacimento piombo-zincifero; non lontano sorgono anche le miniere di San Giovanni, Monteponi e Monte Scorra. La miniera fu dichiarata scoperta nel 1869 e comprendeva un'area di 333 ettari. Nel 1876 la concessione fu accordata alla Società Vieille Montagne per 171 ettari; tale superficie venne però ridotta nel 1896 e divisa con la limitrofa miniera di Monte Fenugu gestita dall'imprenditore Carlo Zimmerman. Nel 1941 la miniera passò alla Soc. An. Nichelio e Metalli Nobili, poi nel 1946 alla Sapez quindi alla AMMI. Nel 1979 la miniera passò alla Samim fino alla sospensione dei lavori nel 1981. Il sito minerario di Monte Agruxiau (o Agruxau) è caratterizzato dall'abbancamento in discarica dei materiali provenienti dallo scappellamento del giacimento, da un ampio scavo a cielo aperto e dal piccolo villaggio dei minatori. Le infrastrutture minerarie più evidenti sono: i ruderi dell'impianto di trattamento, il pozzo di estrazione e la connessa sala argani incassata nella montagna. Nel 1951 il metodo di trattamento del tout venant consisteva in una prima cernita a mano per separare la smithsonite più pura, seguito dal reparto di frantumazione con sezione a crivelli e macinazione e quindi alla flottazione per il recupero della cerussite. Il rifiuto della flottazione passava in una sezione a tavole a scossa per recuperare la smithsonite, che veniva successivamente arrostita e passata nell'arricchimento magnetico per estrarvi il ferro. I fanghi di rifiuto delle tavole a scossa contenevano ancora percentuali di piombo (1,5-2%) e zinco (12-13%); per tale motivo si stimava che nei bacini di decantazione di questi fanghi ci fossero ancora circa 50 mila tonnellate di zinco metallo e 5-6 mila di piombo metallo. Alla fine degli anni '60 nell'area di Monte Agruxiua si susseguirono ricerche per minerali di bario, dapprima ad opera dei signori Dessì e poi Chessa di Bindua. Tra il 1979 e il 1982 la Soc. Fratelli Scalas di Iglesias ricercava bario e fluoro nell'area di Monte Fenugu al contatto tra scisti e dolomie cambriche. Il Giacimento Il giacimento piombo-zincifero di Monte Agruxiau appartiene alla serie dei giacimenti idrotermali dell'Iglesiente, insediati all'interno del "Calcare Metallifero" del Cambriano. Questi giacimenti sono formati da solfuri di piombo, zinco e ferro con discrete quantità di argento, di forma colonnare, formatisi alla fine del ciclo magmatico Ercinico. Nell'Iglesiente si trovano sia giacimenti prevalentemente galenosi che calaminari. A Monte Agruxiau il livello produttivo era rappresentato da una fascia larga una sessantina di metri di direzione media N-19°-O e immersione verso Est, impostato tra le metarenarie e gli argilloscisti. Il giacimento di Monte Agruxiau è stato esplorato con gallerie uscenti a giorno nella parte alta del Monte Agruxiau fino a quota 168 metri dove c'era la bocca del pozzo. I livelli sotterranei erano 6, distanti in media 33 metri in verticale. I minerali di Monte Agruxiau Barite, Calcite, Cerussite, Emimorfite, Leadhillite, Fosgenite, Galena, Sfalerite e Smithsonite. Altre miniere Is Coris - Punta is Prunas - S'Ega de Matteu A Nord della circovallazione di Iglesias, si alternarono a partire dalla fine dell'800 ricerche per minerali di zinco (Calamine) e poi di bario. Nell'area fecero ricerche la Soc. Malfidano, la Soc. Fiat Miniere e i permissionari Cherchi E., Ferino A. e Melis P. nel 1980. Negli anni '60 i permissionari Murenu A., Milia M. ricercavano piombo, zinco, fluoro e bario in località S'Ega de Matteu. Bibliografia Archivio Emsa-Progemisa. FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994. MEZZOLANI SANDRO e SIMONCINI ANDREA "Sardegna da Salvare. Storia, Paesaggi, Architetture delle Miniere" VOL XIII. Nuoro, Ed.Archivio Fotografico Sardo, 2007. SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871. Carta Geologica 1:25.000, Foglio 233 Iglesias, 1938. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 67220 volte |
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