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La Storia

Il sito di Santa Croce è ubicato in prossimità del paese di Narcao e confina con la miniera di Mont'Ega. I primi documenti relativi a questa miniera si attestano dal 1867; il primo permesso d'esplorazione fu accordato al Sig. E. Olla, che ne rimase titolare sino al 1870. Nel 1871 subentrò il Sacerdote Don Carlo Manca di Iglesias, con un permesso per ricerche di piombo, nichelio e zinco della durata di un anno.

Nel 1894 la Ditta De Stefanis ottenne un permesso di due anni per zinco e calamine.

Nel 1896 divenne nuovo titolare il Sig. Silvio Raffo, perito chimico di Iglesias, per ricerche di piombo e zinco. Il Sig. Raffo diede notevole impulso alle ricerche indirizzandole allo zinco e le calamine e incrementando il numero di operai: nel 1886 nel sito lavoravano 26 adulti e 4 fanciulli (tra i 12 e i 15 anni); i turni di lavoro duravano dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 13.00 alle 17.00.

Nel 1910 il permesso fu accordato alla Società Unione Italo Francese che mise in luce un giacimento di antimonio per cui fu richiesta un'estensione delle ricerche. Nel 1928 si asportavano da S. Croce 10 tonnellate di galena.

La Società Anonima Miniere di Narcao, con sede a Milano, subentrò nel 1927; la società era rappresentata dall'Ing. Ferruccio Ferrarsi, che diede alla miniera un assetto più industrializzato. Nel 1930 la concessione aveva un'estensione di 457 ettari e produceva 400 tonnellate di galena. Il sito era stato dotato di una linea ferroviaria, impiantata a spese della Società Anonima, collegata col tratto ferroviario Iglesias - Siliqua - Cagliari (la ferrovia del Sulcis, inaugurata nel 1927, attraversava il basso Sulcis, creando un collegamento diretto con il capoluogo). Furono coltivati i giacimenti di metalli misti (piombo, rame, ferro e solfuri misti di zinco) che caratterizzavano il sito, ma in prevalenza i solfuri misti, anche se il loro trattamento risultava complesso e dispendioso.

A metà degli anni trenta l'Anonima fece installare una cabina di trasformazione, un compressore per azionare tre martelli di perforazione e un argano elettrico per l'estrazione. Il cubaggio raggiunse 15 tonnellate di solfuri misti estratti.

La Società Anonima Miniere di Narcao, costituita nel 1927 fece costruire l'impianto di flottazione differenziata per l'arricchimento del minerale in loco; questo impianto proveniva dalle Officine delle Imprese Minerarie Trentine di Masseria, in provincia Vipiteno ed era costituito da un reparto per la frantumazione e uno per la macinazione ad umido e la flottazione in celle, tipo EMOFF. Accanto all'impianto si costruirono i magazzini, gli uffici, i laboratori chimici e le abitazioni per i capi servizi e gli operai.

I giacimenti nonostante le previsioni non erano risultati così promettenti come davano gli assaggi di ricerca; si cercò allora un accordo con la Società Miniere Rosas, per trattare il minerale di quel sito, ma purtroppo tale progetto non andò a buon fine.

Nel 1939 la miniera di S. Croce risultava improduttiva infatti l'anno dopo venne chiusa definitivamente.

In tempi recenti, nel sito, di proprietà di un privato, è stato realizzato un agriturismo (Agriturismo S. Croce); Pur essendo da elogiare l'impegno del proprietario, il sito richiederebbe maggiori investimenti, sia per salvaguardare le poche strutture minerarie ancora in piedi e sia per conservare la memoria storica del luogo.

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Bibliografia

SABIU SABRINA "ROSAS. Una miniera nella Sardegna contemporanea" - Cagliari, Ed. AM&D, 2007.

SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997

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