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Tra Gonnosfanadiga e Villacidro si succedettero a partire dalla metà dell'800 tantissime ricerche minerarie, molte delle quali rimasero tali e non divennero mai concessioni minerarie a tutti gli effetti; tra i tanti permessi di ricerca va sicuramente conosciuta la miniera di Aletzi, le cui ricerche per minerali di ferro, piombo e zinco sono molto antiche. Già Candido Baldracco, nel suo libro del 1854 cita la presenza di masse di ferro idrato in regione Alessi, auspicandone l'esplorazione mediante trincee e gallerie. Nel 1871 è Quintino Sella ad inserire l'esplorazione di Aletzi all'interno del suo importante lavoro Sulle Condizioni dell'Industria mineraria della Sardegna a fine '800. Per raggiungere gli scavi di Aletzi è consigliabili prendere la strada che, dalla periferia di Gonnosfanadiga conduce a Perd'è Pibera, eppoi attraverso un sentiero che dalle case Zurru (attraversa anche il piccolo permesso di ricerca di Tuviois), sale fino a Genna Gruxi, che poi si affaccia sull'ampia valle di Aletzi; diversi lavori (gallerie e triceee) si incontrano lungo la salita alla Genna e apparterrebbero al permesso Tuviois, mentre i lavori che si concentrano dalla parte alta al fondo valle di Aletzi, appartengo a quest'ultima miniera. Il toponimo "Aletzi" rimanderebbe ad un villaggio scomparso nell’agro di Villacidro-Gonnos: probabilmente corrisponde al nome personale Alessi = "Alessio", nome del proprietario della proprietà, il quale deriva dal bizantino Alexis. La valle di Aletzi è percorribile (ma in zona privata) anche dal km 35 della strada SS 196 che da Gonnosfanadiga porta a Villacidro; tale valle è importante dal punto di vista paleontologico, mineralogico, ma anche per la presenza di diverse sorgenti d'acqua ed è solcata dal Rio Acqua su Ferru, il cui nome parla da se. Questi antichi scavi si trovano in un'area dall'alto valore paesaggistico, tra le pendici dell'imponente complesso montuoso del Linas e la piana del Campidano; l'area, caratterizzata da bei panorami essendo ricca di vegetazione e sorgenti, meriterebbe di essere meglio conosciuta e studiata. La Geologia Dal vista geologico l'area in esame è caratterizzata dalla formazione delle Arenarie di San Vito, cioè da alternanze di metarenarie, quarziti, metasiltiti arenacee (grigie, verdi e viola), metasiltiti e metapeliti nerastre ascrivibili al Cambriano medio - Ordoviciano inferiore. Soprattuto lungo la Valle di Aletzi affiorano le metasiltiti, metapeliti e metargilliti nerastre del Siluriano inferiore (Llandovery sup. 443 - 428 Milioni di anni fa); è proprio all'interno di queste rocce che furono rinvenuti fossili marini di Graptoliti, Lamellibranchi e Cefalopodi. A Nord e a Sud dell'area in esame affiora l'Unità Intrusiva dell'Arburese caratterizzata da graniti e granitoidi con il loro corteo filoniano (porfidi granitici) del Permiano - Carbonifero. Nell'area in esame affiorano mineralizzazioni filoniane quarzose con blenda, galena, limonite e altri solfuri di rame, ferro, molibdeno e wolframio, all'interno delle metamorfiti; Il filone ferroso-ocraceo è lungo circa 2 km (potente qualche cm), si biforca intorno alla punta di Genna Gruxi e prosegue anche all'interno della concessione di Genna S'Olioni. Il giacimento ferroso potrebbe essere geneticamente classificato come di rideposizione secondaria a spese delle metamorfiti ricche in ferro. La Miniera di Aletzi (Aletzia) Un permesso di ricerca nella zona era attivo già nel 1870, mentre nel 1880 due permessi con i nomi "Aletzi I" e "Aletzi II" erano stati accordati per minerali di piombo, argento, ferro e grafite. Dal 1906 al 1908 vennero accordati al Sig. Linguardo permessi di ricerca per piombo, zinco, nickel e cobalto, trasferiti poi al Sig. E. Costa fino al 1911. Dal 1912-15 i lavori passarono al Sig. Pinna Curreli sotto il nome di "Genna Zinnibiri". In questo stesso periodo vigeva il permesso "regione Aletzia" accordato al Sig. A. Aru il quale scavò trincee e gallerie e successivamente cedette il permesso alla Società Ernesto Breda nel 1940. Nel 1930 i permessi furono acquisti dalla Società Sirma che li ottenne dal permissionario precedente, il Sig. Ciampi; non lontano, in località "Monte Mei", il Sig. lo Varco ricercò piombo, e zinco nel 1938. Altri permessi di ricerca per ferro e solfuri misti (437 ettari) vennero rilasciati nel 1955 ai Sigg. T. Pinna, E. Atzei, A. ed E. Oppo di Villacidro. Per quanto riguarda il permesso attiguo di Tuviois, a fine '800 faceva parte della ricerca "S'Enna S'Olioni"; successivamente la Soc. Cogne fece delle ricerche nell'area con trincee e gallerie e quindi, dal 1961 al '63 fù il Sig. Camillo Desio di Padova a ricercare minerali di ferro, nickel, cobalto, molibdeno e wolframio in un'area di 315 ettari. I minerali di Aletzi Actinolite, Andradite, Armenite, Arsenopirite, Calcite, Calcopirite, Ferro-Actinolite, Ferro-Orneblenda, Gesso, Goethite, Hedenbergite, Prite, Pirrotina, Riebeckite, Sfalerite (Marmatite), Talco, Zoisite. Bibliografia Archivio EMSA-Progemisa FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994. PITTAU MASSIMO "Toponimi della Sardegna Meridionale, Significato e Origine" - Università di Sassari. STARA P., RIZZO R., TANCA G.A. "Iglesiente e Arburese. Miniere e Minerali Vol. II" - EMSa - Ente Minerario Sardo. SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" - 1871. VACCA ODONE E. "Itinerario dell'Isola di Sardegna" - GIA Edizione, 1881. CANDIDO BALDRACCO "Cenni sulla Costituzione Metallifera della Sardegna" – Torino, 1854. Carta Geologica in scala 1:50.000, Foglio n. 547, Villacidro. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 62404 volte |
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