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La MAFFEI SARDA SILICATI opera nel campo estrattivo delle sabbie feldspatiche per vetro bianco e cristallino, dei feldspati per vetreria e ceramica e delle argille caolinitiche per ceramica. La società coltiva i giacimenti di feldspato sodico (albitite) ubicati nella Sardegna Centrale, precisamente nell’area di Funtana Tenesoli, di Ottana (Nuoro) e li tratta presso gli impianti di Orani e Ottana. La MAFFEI coltiva inoltre le sabbie feldspatiche site nell’area di Ossi-Florinas e le tratta presso lo stabilimento di Ossi, in provincia di Sassari. Il minerale prodotto viene utilizzato nell’ industria ceramica delle piastrelle (grés porcellanato e smaltato) nel comparto di Sassuolo e dei sanitari nel comparto di Civita Castellana (sanitari). Viene anche esportato, principalmente in Spagna nel comparto ceramico di Castellon della Plana. La miniera di Cuccuru Mannu - Monte Cuccureddu Nel 2016 la Società Maffei Sarda Silicati SpA depositata, presso il Servizio delle valutazioni ambientali (SVA) dell'Assessorato regionale della Difesa dell'ambiente, l’istanza di Valutazione di impatto ambientale (VIA) per il “Progetto di coltivazione mineraria e di ripristino ambientale del cantiere estrattivo Cuccuru Mannu in agro del comune di Sarule (NU) nella concessione mineraria per feldspati di Monte Cuccureddu” nei comuni di Sarule e Orani. Il feldspato sodico proveniente dalla concessione mineraria di “Monte Cuccureddu” è attualmente commercializzato sotto forma di granella 0-6 mm e denominato “Feldspato S30”. Dal cantiere denominato “Cavetta” della concessione mineraria “Monte Cuccureddu”, viene estratta la tipologia di minerale “S30” per poi essere destinata all’alimentazione dell’impianto di trattamento. Ai fini del conseguimento di un prodotto di qualità è molto importante inviare all’impianto un tout venant già ben miscelato ed omogeneizzato, in modo tale che i 5 elementi chimici più importanti non varino eccessivamente: Na, Ca, Mg, Fe, Ti. I primi tre influenzano la fusibilità, mentre gli ultimi due influenzano il colore. Presso l’impianto di Orani il minerale subisce un processo di frantumazione, classificazione e lavaggio. Il tout venant scaricato all’interno della tramoggia di alimentazione di un frantoio primario subisce un primo stadio di frantumazione vedendo ridotta la sua pezzatura. Prima di essere inviato ai successivi stadi di frantumazione il minerale viene sottoposto ad un lavaggio che permette l’eliminazione di tutta la frazione fine, potenzialmente portatrice di elementi inquinanti. Successivamente il minerale è avviato ai successivi stadi di frantumazione ove avviene la fase finale del trattamento e dà luogo ad un mercantile costituito da una “granella” avente granulometria 0÷6 mm. L’impianto di trattamento presente presso l’unità di Orani ha una potenzialità intorno alle 500.000 t/anno. A questo punto il prodotto viene trasferito presso l’impianto di Ossi dove subisce una successiva fase di macinazione preliminare alla flottazione finale. All’arrivo presso lo stabilimento il materiale viene stoccato in box dedicati ed avviato al processo di trattamento. Alimentato tramite pala gommata in tramoggia il materiale viene macinato all’interno di un mulino tubolare con carica macinante costituita da ciottoli in selce, operante in circuito chiuso a 0,4 mm. La dimensione a 0,4 mm rappresenta il grado di liberazione ideale ed è stato determinato tramite prove sperimentali di laboratorio ed industriali. Il passante sotto 0,4 mm costituisce l’alimentazione fresca al reparto di flottazione, mentre il trattenuto rappresenta il carico circolante che viene rialimentato al mulino. In testa al reparto di flottazione il materiale subisce una slimatura tramite idrociclone per l’eliminazione delle frazioni sotto i 0,075 mm che andrebbero ad influire negativamente sull’efficienza del processo. La frazione 0,075–0,4 mm costituisce l’alimentazione al reparto di flottazione. Il materiale previo condizionamento con l’aggiunta dei reagenti (soda e resinolina) viene inviato al primo banco costituito da 4 celle tipo Denver free flow da 6 mc, che opera una prima sgrossatura. Il processo avviene in ambiente basico (pH 8,9). La soda oltre che svolgere la funzione di modulazione del pH ha la funzione di rendere idrosolubile la resinolina. La resinolina è un additivo composto principalmente da colofonia, una resina vegetale ottenuta come residuo della distillazione delle resine di conifere. E’ un acido grasso che in ambiente alcalino diventa un sapone generando schiuma. E’ completamente biodegradabile ed esplica la sua funzione rendendo idrofobiche le particelle di minerali pesanti che emergono con le schiume di processo. Contrariamente a quanto avveniva in passato nell’industria (la flottazione delle miche nei feldspati avveniva in ambiente acido con l’impiego di acido solforico altamente inquinante) la lavorazione con resinolina presenta indubbi vantaggi economici ma soprattutto di natura ambientale. I minerali pesanti emergono con le schiume di flottazione e vengono messi a dimora in un bacino. Sono poi venduti come normale sabbia da edilizia. Il fondo cella del primo banco viene nuovamente condizionato e subisce il processo di finitura in un secondo banco di celle, delle medesime caratteristiche del primo. All’uscita del secondo banco il materiale viene addensato e vibro-sgocciolato andando a costituire il prodotto finito con le stesse caratteristiche chimiche della materia prima di partenza, ma con tenore in ossido di ferro pari a 0,05% e in ossido di titanio pari a 0,03%. Il contenuto di sodio resta pressoché inalterato rispetto alle caratteristiche del materiale in alimentazione. Il processo così come descritto ha dato luogo ad un valore massimo della somma degli ossidi Fe2O3 e TiO2, pari al massimo allo 0,10% complessivo. Queste caratteristiche permettono al prodotto “S30FL” di potersi presentare nel mercato dei flottati feldspatici standard. Mineralizzazioni a feldspato sodico (Albititi). L’associazione mineralogica principale è costituita da albite e quarzo; minerali accessori principali sono clorite, ematite, magnetite, titanite, epidoto, zircone ed apatite. Nelle tipologie sodico-magnesiache, la clorite, da minerale accessorio, diventa costituente fondamentale della roccia. L’albitizzazione delle rocce granitoidi è imputabile all’azione di un metasomatismo principalmente sodico, che può originare, in funzione del possibile differente chimismo, o le albititi s.s. o la cosiddetta mineralizzazione feldspatica sodico-magnesiaca. Il metasomatismo è conseguente alla risalita di fluidi tardivi (datati da 10 a 40 Ma rispetto alla messa in posto del batolite) che hanno agito per formare la mineralizzazione specialmente lungo le fratture tardo-erciniche dei granitoidi. Questi fluidi, formati da soluzioni ricche in sodio e cloro e sottosature in silice, determinarono la dissoluzione del quarzo e la trasformazione di quasi tutti i minerali del protolite. Il fluido alla fine del processo ritorna in equilibrio con la silice provocando la rideposizione del quarzo. Questo fenomeno (episienitizzazione) porta localmente alla formazione di un’albitite costituita fino al 90% da albite–oligoclasio e nettamente impoverita in quarzo rispetto alla roccia originaria. I corpi minerari hanno una giacitura pseudo-filoniana e/o lenticolare in quanto sono incassati nelle granodioriti e, più raramente, nei micascisti. La fascia mineralizzata è ubicata a breve distanza dall’horst sud orientale del graben di Ottana e in alcuni settori è ricoperta dalle ignimbriti oligo-mioceniche (Monte Sa Pranedda). Le mineralizzazioni formano un vero e proprio campo mineralizzato orientato NE-SW, lungo circa 20 Km e largo circa 3 Km. Bibliografia Maffei Sarda Silicati "Valutazione di Impatto Ambientale - Progetto Estrattivo Cuccuru Mannu", 2017.
Ing. A. Bosu, Dr. S. Di Primio - Maffei Sarda Silicati S.p.A. "Il nuovo giacimento sardo di feldspato sodico della miniera di Cuccuru Mannu" - Sarule (NU), 2019.
Carta Geologica 1:25.000, Foglio 207 Nuoro, 1976. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 60611 volte |
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