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La miniera di Su Leonargiu (detta anche Bacu Su Leonargiu e/o Su Leonaxi) è ubicata poco oltre la grande ansa del Flumendosa, sulla sinistra percorrendo la strada 387 che collega San Vito con Villasalto. I lavori di tale miniera si alternarono lungo due valli parallele poste sotto i rilievi di Monte Su Leonaxi e Monte de Forru; nella valle di Su Leonaxi si trovano alcune discariche di sterile e alcuni ruderi adibiti probabilmente ad abitazioni; nella valle posta sotto Monte de Forru si trova la laveria, qualche rudere e diverse discariche, il tutto in completo stato di abbandono. La Storia Verso la fine dell'800 fu la Società dell'Unione Sulcis e Sarrabus che condusse le ricerche minerarie in quest'area, concentrando i lavori presso la chiesetta di San Giorgio e sui pendii del Monte de Forru. Intorno al 1881 fu la Società Montelora ad eseguire i lavori che miravano a seguire in profondità un ricco filone di galena argentifera, mediante 2 livelli di galleria. Purtroppo il filone si assottigliò in profondità, costringendo la Società a spostare le ricerche lungo i versanti del Monte de Forru, dove vennero riconosciute delle vene mineralizzate a galena ed antimonite. Dopo 3 anni di lavori nell'area, venne individuato il filone mineralizzato e la Società Montelora ottenne la concessione per coltivarlo. Dai primi del '900 l'area venne esplorata da altre società, come la Società Anonima Industrie Minerarie Sarde (1916) che però la abbandonò negli anni '30. Nel 1942 era stato rilasciato il permesso di ricerca Monte de Forru, per minerali di piombo, zinco e argento alla Soc. Monteponi; nella miniera vi lavoravano 15 operai e la produzione giornaliera era di 1 tonn. di galena (tenore 62 - 68%), 300 gr/tonn. di argento mentre la blenda veniva scartata. Le gallerie principali erano: Lionargiu, Su Forru e San Giuseppe. La laveria della miniera lavorava per 10 ore al giorno, trattando 25 - 30 tonn. di grezzo e producendo 800 - 900 kg di mercantile galenoso al 65 - 68% in piombo. L'impianto di trattamento era costituito da un granulatore e sei vagli (2 denver + 1 standar) alimentati da un motore da 20 Hp tipo Deutz. In tempi più recenti prima la RIMISA (1960) e poi la PROGEMISA (1972) esplorarono la zona. La Geologia e il Giacimento Nell'area in esame emergono prevalentemente i graniti, i porfidi e gli scisti paleozoici; Verso Villasalto, emergono i metacalcari del Devoniano. La miniera di Su Leonaxi, coltivava un filone baritico diretto N 77°E che presentava in superficie lenti compatte di galena, accompagnate da quarzo, fluorite verde e calcite. Al contatto tra i porfidi e gli scisti era stata intercettata una mineralizzazione a lenti isolate di solfuro di Antimonio, che venne coltivato anche nella vicina miniera di Genna Flumini (Brecca). I minerali di Su Leonargiu Antimonio, Antimonite, Antimonpearceite, Barite, Calcite, Chermesite, Fluorite, Galena argentifera, Limonite, Senarmontite, Sfalerite, Smithonite, Stibiconite e Valentinite. Uso Industriale dell'Antimonio (Sb) Come Metallo puro: nell'industria elettronica, per decolorare e raffinare i vetri ottici. Come Triossido: in sostanze anticombustibili; stabilizzatore nella plastica; vulcanizzazione nella gomma; nella carta ecc. Come Lega di Pb-Sn: batterie automobilistiche SLI; armi di piccolo calibro; rivestimenti anticorrosivi ecc. Bibliografia STARA P., RIZZO R., TANCA G.A. "Iglesiente - Arburese, Miniere e Minerali, Vol 3" - Edizione associazione e gruppi mineralogici italiani. FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, Guida ai tesori nascosti" - Ed. Coedisar, Cagliari 1994. TRAVERSO STEFANO "Note sulla geologia e sui giacimenti argentiferi del Sarrabus (Sardegna)" - Francesco Casanova Editore, Torino 1890. BRIGO L. - MONTANARI F. "Metalli e Minerali industriali" - ARACNE Editrice, Roma 2006. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 64240 volte |
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