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La Storia Questo giacimento venne coltivato in età Romana, ma dopo un lungo oblio fu riscoperto da un fabbro di Arbus nel 1829. La concessione di Gennamari (o Gennemari) precedette di poco quella della limitrofa Ingurtosu, infatti nel febbraio del 1855 venne rilasciato al negoziante genovese Marco Calvo il diritto di coltivare minerali di Piombo argentifero nelle regioni di Gennamari, Fossu Scuau e Naracauli. Successivamente la concessione passò alla Società di Gennemari e Ingurtosu, poi alla Pertusola e quindi alla Soc. Monteponi-Montevecchio, che vi lavorò fino alla chiusura definitiva, nel 1973. Si coltivò il medesimo corpo filoniano della miniera Ingurtosu, mentre il minerale estratto con i pozzi Edoardo, Giordano ed Est veniva trasportato alla Laveria Naracauli. L'area mineraria presso il Passo Bidderdi, dove sorgeva il pozzo Est, faceva parte della concessione Crabulazzu (o Crabulatzu). Tramite un strada sterrata i cantieri di Gennamari erano collegati a quelli di Crabulazzu, Crabulazzeddu, fino a raggiungere il villaggio di Pitzinurri ad Ingurtosu. Oggi, il versante collinare su cui sorgeva il villaggio minerario si presenta spoglio; restano a testimonianza i grandi cameroni costruiti dopo la guerra, e le piccole casette in pietra risalenti ai primi anni di vita della miniera. Nel fondovalle verso Scivu, il Ministero di Grazia e Giustizia ha insediato una colonia penale (area militare Is Arenas), sfruttando parte dei fabbricati della Laveria Bau. Infatti a Bau era presente un villaggio minerario con tanto di scuola, chiesa, villa del direttore, prima dell'abbandono dell'attività mineraria e di tutte le strutture produttive. La laveria di Bau detta di Santa Barbara, venne costruita nel 1880 per il trattamento dei minerali estratti da Gennamari e Crabulassu; nel 1897 la laveria fu affiancata da una vetreria, venne costruito un forno a riverbero per la fusione del vetro, utilizzando la sabbia quarzosa abbondantemente presente nel sito. La vetreria entrò in funzione solo un anno impiegando 100 operai e producendo 450 tonnellate di vetro. I minerali di Gennamari Anglesite, Calcopirite, Cerussite, Corkite, Covellite, Fluorite, Galena argentifera, Piromorfite, Pirrotite, Quarzo, Sfalerite, Siderite e Wulfenite. Bibliografia CONCAS E., CAROLI S. "Le minieredi Gennamari ed Ingurtosu" - Viareggio - Pezzini Editore - 1994. FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994. MEZZOLANI SANDRO e SIMONCINI ANDREA "Sardegna da Salvare. Storia, Paesaggi, Architetture delle Miniere" VOL XIII. Nuoro, Ed.Archivio Fotografico Sardo, 2007. OLITA OTTAVIO "Il Parco Immaginato dai Giovani. In 57 tesi di laurea le idee per dar vita al parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna"- AM&D Edizioni, 2007. Carta Geologica 1:25.000 Capo Pecora-Guspini, Foglio 224-225. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 65635 volte |
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