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(Miniere di Rio Ollastu (Burcei))
Miniera di Tuviois

Le miniere di
Rio Ollastu (Burcei)

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura
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L'affascinate miniera d'argento di Tuviois è raggiungibile con una qualche difficoltà se non si è in possesso di un mezzo adatto, in quanto le strade per raggiungerla sono fortemente disconnesse. La miniera di Tuviois è incassata in una stretta valle solcata dal Rio Su Predi e risulta incorniciata da un folto bosco di Lecci secolari. Il sito dista circa 14 km dal centro di Burcei, anche se territorialmente ricade all'interno del comune di Sinnai.

Il sito si presenta piuttosto isolato, a parte un nucleo di pastori che si sono stabiliti con i loro animali laddove sorgeva il villaggio della miniera.

La Storia

Già dai primi dell'800 l'area era stata esplorata, ma il primo permesso di esplorazione venne affidato nel 1875 a Pietro Pilleri Deiana che iniziò le ricerche nella località chiamata Tuvu de Ois (in lingua sarda: forse, selva dei buoi) coltivando una mineralizzazione a galena. Nel 1882 vi provò il Rev. Francesco Sollai, in località Arcu Su Predi.

La svolta si ebbe quando nel 1888 si iniziò a coltivare presso i banchi di quarzite (formazione di Tuviois) che si presentavano riccamente mineralizzati; le quarziti del Sarrabus altro non sono che calcari silicizzati, di colore grigio-nerastro attribuibili all'Ordoviciano superiore (Ashgill), che si formarono in ambiente di mare profondo, distante dalle terre emerse, e successivamente subirono processi metamorfici durante la messa in posto del granito.

Fu infatti l'Ing. S. Traverso che rappresentando la Società di Lanusei, riconobbe l'importanza di tale giacimento e ne ottenne la concessione. Vennero presto coltivate con il lavoro di circa 120 operai le lenti argentifere racchiuse entro scisti ed graniti paleozoici che si rivelarono molto ricche ma di limitate dimensioni.

Fu costruita una laveria gravimetrica e vennero aperte diverse gallerie tra cui citiamo: la galleria Forgia (quota 507 slm), la galleria Intermedia (quota 497 slm), la galleria S. Antonio (quota 48 slm), il ribasso Laveria oltre ai livelli -25 e -50. I minerali trattati (chiamati: casseria e laveria) venivano trasportati per mezzo di carri a buoi fino al paese di San Gregorio, quindi per Burcei ed infine tramite carri a cavalli raggiungevano il porto di Cagliari per essere imbarcato; la spesa era di circa 25 lire per tonn.

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Nei primi anni del '900 la mineralizzazione andò estinguendosi in profondità cosicchè la Società fu costretta ad abbandonare la coltivazione del giacimento.

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Soltanto nel 1906 la Società Malfidano che aveva aquistato i diritti della Società di Lanusei, smontò i macchinari e rinuciò alla concessione.

Altri labili tentativi di riaprire la miniera venero fatti dai Sigg. Devoto e Pugliese di Cagliari, dalla Montevecchio nel 1957 e da qualche altro privato che spostò la sua attenzione sull'estrazione dei solfuri nell'area detta Axareddu, ed alla ricerca di minerali di fluoro.

L'ultima Società ad interessarsi invano dell'area mineraria fu la Monteponi, nel 1972.

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Ora di questa affascinante miniera rimane ben poco, se si escludono i numerosi imbocchi di galleria ubicati lungo il fiume; è ancora presente il rudere della grande laveria gravimetrica, la polveriera, qualche rudere del villaggio (ora diventato ricovero per gli animali) e la cantina.

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Altre piccole miniere, permessi e ricerche

Bruncu Lillonis - Mitza Rosa (coltivazioni di galena argentifera, attiva da fine '800).

Bruncu Fenugu - Baracca - Su Zippiri (esplorazioni per galena argentifera e fluorite, attive da fine '800)


I minerali di Tuviois

Argentite, Argento nativo, Barite, Calcedonio, Calcite, Cerargirite, Cerussite, Fluorite, Galena argentifera, Pirargirite, Pirite, Polibasite, Proustite, Quarzo e Stefanite.


Bibliografia

MEZZOLANI SANDRO e SIMONCINI ANDREA "Sardegna da Salvare. Storia, Paesaggi, Architetture delle Miniere" VOL XIII. Nuoro, Ed.Archivio Fotografico Sardo, 2007.

MEZZOLANI SANDRO e SIMONCINI ANDREA La Miniera D'Argento di Monte Narba, Storia e Ricordi" - GIA editrice, Cagliari, 1989.

STARA P., RIZZO R., TANCA G.A. "Iglesiente - Arburese, Miniere e Minerali Vol. 3" - Edizione associazione e gruppi mineralogici italiani.

FADDA ANTONIO FRANCO"Sardegna, Guida ai tesori nascosti" - Ed. Coedisar, Cagliari 1994.

FAA MAURIZIO "Le miniere argentifere del Sarrabus" - Bollettino bibliografico e rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna : [quaderni del Comitato di Cagliari dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano]. - N.S., a. 5, n. 9 (1988)-. - Cagliari : [s. n.,1988].

DE CASTRO C. "Descrizione geologico mineraria della zona argentifera del Sarrabus" - pubblicata a cura del R. Ufficio Geologico. - Roma : Tip. Nazionale, 1890. - VII, 68 p., 6 c. di tav. ;+ 1 carta geologica.

TRAVERSO STEFANO "Note sulla geologia e sui giacimenti del Sarrabus" - Torino : Casanova, 1890. - 57 p., + 1 c. geol.

Carta Geologica 1:25.000 ,Foglio 226 Mandas, 1959.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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