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(Miniere di Alto Oristanese)
Miniera di Monte Ferru - Su Enturgiu

Le miniere di
Alto Oristanese

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura

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La miniera di Ferro di Monte Ferru (detta anche Su Enturgiu) è ubicata in un vasto territorio compreso tra i paesi di Seneghe, Narbolia e Cuglieri; in realtà per accedere alla miniera di Monte Ferro risulta più conveniente passare dalla costa e più precisamente dalla S.S. 292; infatti percorsa la S.S. 292 in direzione di Santa Caterina di Pittinuri, superato il villaggio di S'Archittu, si prende la deviazione a destra che conduce all'area paleocristiana di Cornus; a questo punto occorre percorrere tale strada sterrata, lasciandosi a destra la deviazione per l'area archeologica e proseguire dritti per una strada con fondo in cemento fino alla fine della stessa; tale strada con fondo in cemento termina in uno slargo in cui è presente una baracca in lamiera. Da qui occorre proseguire a piedi seguendo il sentiero che dopo 25 minuti di cammino porta alla stretta valle dove è ubicata la nostra miniera.

L'area del Montiferru è ricca di piccole realtà minerarie che ricercavano minerali di ferro, piombo, manganese ecc. di cui rimane poca traccia: la valle del Sirisi, tra fitti boschi, racchiude i resti del villaggio di Su Enturgiu. Un'altra miniera si trova, sempre presso la valle del Sirisi, sotto Monte Conca Mele laddove risulta ancora visibile il misterioso edificio di Su Palatu, una gigantesca struttura in pietra locale ormai ridotta a rudere; l'edificio di Su Palatu nasconde svariate storie e leggende circa la sua funzione: c'è chi dice che fosse una casa rurale in cui veniva custodito il bestiame, chi dice che ospitasse le maestranze delle miniere limitrofe e chi invece ipotizza fosse un ex monastero; comunque sia la risposta tale rudere mantiene un fascino particolare dovuto all'ubicazione isolata, ma fortemente panoramica.

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La Storia

L'area del Montiferru era stata esplorata già in tempi antichi dai Cartaginesi, alla ricerca delle manifestazioni ferrose.

Nel 1719 furono i Savoia ad occuparsi delle miniere di ferro dell'isola, promuovendo studi e ricerche atte a mettere in luce le ricchezze del sottosuolo.

Nel 1829 venne inviato l'Ing. Francesco Mameli a valutare le potenzialità minerarie dell'isola; il Mameli si occupò anche delle miniere del Monte Ferro, auspicando la costituzione di una società che potesse sfruttare le potenzialità dei giacimenti del territorio e portare avanti un'attività mineraria; infatti nell'area non mancavano i boschi per fornire il legname, fiumi per il trattamento del minerale e la buona qualità del minerale stesso.

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Nel 1833 in territorio di Seneghe era attiva una miniera di ferro che coltivava una ricca mineralizzazione: lo spessore massimo variava dai 2 ai 3 metri.

Verso la fine dell'800 furono diversi i permessi di ricerca concessi nel territorio del Montiferru: nel 1863 era attivo un permesso di ricerca per minerali di piombo in località Boe Ruggiu e Monte Corbu; nel 1872 in località Bittatis era stato concesso un permesso di ricerca per minerali di rame, ferro ed argento a tale Sig. Giuseppe Ponte Sias, di Cuglieri.

Ai primi del '900 erano vigenti nel territorio di Cuglieri diversi permessi di ricerca, tra cui citiamo quelli di Monte Ghisos, Bittatis, Monte su Burdone, Pischinappiu e Monte Urtigu.

Nel 1938 la Signorina Gesuina Ghiani ed il Canonico Dott. Francesco Contini chiedevano un permesso di ricerca per minerali di ferro, piombo e zinco in località Monte Enturgiu; due anni dopo, la SAIME (Società Anonima Industrie Minerarie ed Elettriche) rilevò il permesso di Su Enturgiu e quello limitrofo di Monti Entu.

In quegli anni la SAIME investì nella costruzione delle strutture principali della miniera: edificò un alloggio per gli operai, un magazzino ed una forgia; nel 1941 venne richiesta l'autorizzazione a spedire 1000 tonn. di minerale ferroso all'impianto siderurgico della Ditta Cugini a Vado Ligure, per effettuare delle prove.

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Nel 1943 a Su Enturgiu erano state realizzate 4 gallerie, diversi fornelli e discenderie per un totale di 250 metri. Era inoltre presente una ferrovia Decauville lunga 76 metri, una casa per gli operai da 90 mq, una casa per la guardia giurata, un magazzino, una forgia e la polveriera. La miniera era raggiungibile da 2 strade per carri a buoi realizzate per trasportare il minerale al porticciolo di Santa Caterina di Pittinuri: la prima è tuttora intercettabile a 5 km a sud di Santa Caterina; la seconda raggiungeva S'Archittu, percorrendo il Rio Piscinappiu.

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Nel 1960 la Ditta Marchiolatti si interessò alla miniera di ferro di Su Enturgiu, in quanto aveva intenzione di realizzare un impianto siderurgico a Portovesme, per trattare tutti i minerali provenienti dai diversi permessi minerari; in realtà tale impianto non fu mai realizzato e la ditta rinunciò al permesso di ricerca un anno dopo.

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La Geologia e il Giacimento

L'area in esame è caratterizzata da rocce vulcaniche e sedimentarie: tra le prime segnaliamo le vulcaniti del ciclo magmatico oligo miocenico e quelle ad affinità basaltica del plio-pleistocene; tra le seconde le arenarie calcaree ed i calcari del miocene, riccamente fossiliferi.

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Il giacimento metallifero di Monte Ferro, potrebbe essere stato prodotto sia da eventi metamorfici che da acque circolanti per ascensum; l'ipotesi è che tali acque abbiano seguito e mineralizzato spaccature delle rocce preesistenti. Quindi al filone ferroso del Montiferru può essere associata una genesi di tipo idrotermale (di media temperatura).

A distanza di decenni dalla chiusura della miniera, la fitta vegetazione sta riprendendo i suoi spazi e dell'attività mineraria rimane ben poca traccia; la miniera di Monte Ferru - Su Enturgiu pur restando sconosciuta ai più mantiene inalterato il fascino decadente di un luogo impervio e dimenticato.


I minerali di Monte Ferro (Su Enturgiu)

Apatite, Augite, Barrerite, Calcedonio, Caolino, Clorite, Diaspro, Ematite, Ilmenite, Magnetite, Pirite, Quarzo.


L'Antica miniera di su Enturgiu; dibattito+passeggiata


Bibliografia

Archivio Documentale Miniera di Montevecchio.

Associazione Mineraria Sarda.

Archivio Massimo Carboni.

CAULI BRUNO "Minatori, miniere e cave dell'Arborea" - Provincia di Oristano, 2002.

SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna (1871)" - Edizioni Ilisso a cura di Francesco Manconi, 1999.

FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Ed. COEDISAR, Cagliari, 1994.

BILLOWS E. "I minerali della Sardegna ed i loro giacimenti" - Estratto da Sardegna Mineraria, Cagliari 1941.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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