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Nella media valle del Temo, a sud ovest rispetto al comune di Padria, laddove scorre il Riu Camone, si riscopre la presenza dell'insediamento minerario di Salghentalzu. L'altopiano in cui è ubicato l'insediamento è costituito da una bancata di calcari miocenici altamente fossiliferi. La mineralizzazione a prevalente manganese è ben evidente in quanto i crostoni metalliferi sono facilmente visibili sulla parete calcarea. Le antiche miniere di Salghentalzu, sono peculiari, sia per la cornice paesaggistica in cui sono inserite, che per la singolarità delle strutture murarie presenti; infatti oltre all'elevato numero di gallerie, che tra l'altro si presenta particolarmente ramificato, alcune costruzioni sono costruite "sotto roccia", cioè sostengono le bancate calcaree. Altre quelle più recenti sono ubicate a Nord della miniera, non lontano dai resti dell'insediamento abbandonato di San Saturnino: in particolare due edifici di una certa dimensione sono in rovina, con i tetti semi crollati, mentre sul sentiero che conduce alle gallerie ci si imbatte in una piccola struttura, costruita sotto roccia che probabilmente serviva da guardiola. Il territorio del comune di Padria, non è certamente noto per l'attività mineraria, più che altro per i siti archeologici e paleontologici; sorprenderà ai più sapere che anche questo angolo di Sardegna può vantare piccole realtà minerarie la cui storia si perde nel tempo: la più importante è quella di Salghentalzu, miniera d'argento nota già al tempo dei Romani. Nel territorio attorno a Padria (e nei comuni di Romana, Mara e Cossoine) sono presenti anche altre mineralizzazioni, come ad esempio quelle a Caolino, minerale sfruttato dagli anni '30. Tra questi, i giacimenti a Caolino più consistenti e più promettenti erano ubicati in regione Pedra Lada e Badu'e Ladu. In regione Bidighinzos venne segnalata la presenza di Ortoclasio, un silicato impiegato nell'industria della ceramica. Importanti giacimenti di Bentonite sono invece stati individuati in regione Monte Fromma e coltivati negli anni '80. In agro di Villanova Monteleone era presente il vecchio permesso minerario di Su Caparone del quale sono evidenti i segni di scavo alla ricerca di Manganese. Nel lato settentrionale del Monte Minerva, a Sud ripetto a Monteleone Roccadoria, poco distante dai giacimenti di Salghentalzu di Padria, sono presenti tracce di attività di ricerca, soprattutto a cielo aperto confuse tra la boscaglia; fu scavata una breve galleria di assaggio con orientamento ovest, nel vano tentativo di seguire una vena mineralizzata in profondità. Nel territorio di Montresta era presente nel 1963, il permesso di ricerca per manganese e ferro di "Su Entale" di proprietà della Soc. Miriva. Negli anni '50 il permesso di ricerca di "Punta Su Casteddu" era di proprietà del Sig. Giovanni Fois di Cortoghiana, poi ceduto al Sig. Tito Satta. A valle dei giacimenti manganesiferi, presso la diga del lago artificiale di Monteleone Roccadoria, si riscoprono le rovine di un piccolo insediamento di età punica in si riconoscono elementi riconducibili ad attività di fusione dei metalli. Questo dimostrerebbe il fatto che il territorio fosse già noto e frequentato in epoche antiche. Aggiungiamo il fatto che un grande numero di nuraghi cinge l'intera area il che ci porta a pensare che le antiche mineralizzaioni fossero in qualche modo sfruttate e sorvegliate anche nel periodo Nuragico. La Storia Le mineralizzazioni più importanti del territorio rimangono comunque quelle di Manganese e Psilomelano, note già in epoca antica nella località di Monte Faias (a Sud di Monteleone Roccadoria), ma soprattutto nell'incassamento di Riu Cumone, nella località di Salghentarzu (o Salghertalzu), dove vi sono i resti di alcune miniere e di un insediamento. Quintino Sella nel suo trattato del 1871 dal titolo Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna cita la presenza di una esplorazione nel territorio di Padria dal nome S'Arghentargiu. A breve distanza sorge il Monte Su Padru che fu oggetto di un permesso di ricerca mineraria nel 1908 quando, la Prefettura di Alghero, accordò nel mese di Maggio al Sig. Masala Piga Pietro l'autorizzazione ad eseguire ricerche minerarie. Lo stesso esercente, con i conseguenti rinnovi, proseguì l'attività di ricerca fino al 1929. Nel 1937 fu invece la Società AMMI, ad occuparsi delle ricerche nel territorio. Risulta anche da una ricerca nell'Archivio di Montevecchio la presenza del permesso detto S'Alghentarzu (Padria) per minerali di manganese (Pirolusite) negli anni che vanno dal 1912 al 1940. Si ha notizia inoltre che tali giacimenti vennero coltivati in maniera continuativa durante la prima guerra mondiale (1915-18) dalla piemontese Società Cogne. Le attività di estrazione erano attive per la produzione di acciai temperati per le incombenze belliche. Altre piccole ricerche di minerale manganesifero vennero effettuate a sud del paese di Uri, in località Sos Aghedos - Su Padru - San Giorgio, dove operò la Soc. Ferromin negli anni '50 con scarsi risultati (vedi scheda sulla miniere di Uri). La Geologia ed il Giacimento La regione Sarda del Meilogu è fortemente caratterizzata dal punto di vista geologico sia da rocce vulcaniche che da rocce sedimentarie, queste ultime a testimonianza di quell'antico mare che circa 20 milioni di anni fa aveva sommerso parte della Sardegna centrale. Le rocce vulcaniche dell'area attorno a Padria si presentano in svariate manifestazioni: è presente la formazione trachitoide superiore (trachi-andesiti pre-elveziane) con i relativi prodotti (tufi, ignimbriti, conglomerati e brecce) sempre oligo-mioceniche; sono anche presenti i Basalti, in forma di colate e dicchi del vulcanismo plio-pleistocenico con i relativi prodotti (tufi vulcanici). Le rocce sedimentarie invece sono rappresenate da arenarie e calcari miocenici (elveziano-tortoniani), altamente fossiliferi (con echinidi, crostacei, bivalvi ecc.). Per quanto riguarda i giacimenti manganesiferi la maggior parte emerge al contatto tra le trachiti antiche ed il calcare terziario. I banchi mineralizzati a manganese, psilomelano e pirolusite avevao una potenza di 15 - 30 cm presentando un minerale di buona qualità. Ora le miniere di manganese del Meilogu risultano totalmente abbandonate e dimenticate, ma visto quanto la loro storia sia connessa con quella del territorio siamo certi che meriterebbero ben altra attenzione. I Minerali di Padria Analcime, Argento, Arsenopirite, Calcopirite, Ematite, Epidoto, Galena argentifera, Granato, Heulandite, Magnetite, Malachite, Marcasite, Mesolite, Oro, Ortoclasio, Pirolusite, Pirrotite, Psilomelano, Rame nativo, Sanidino, Scolecite, Sfalerite. Questa pagina è stata realizzata grazie al prezioso aiuto di Vincenzo Piras (Bosa Diving Center); le foto della scheda sono di proprietà di Vincenzo Piras, di Luigi Tedde e Massimo Scanu. Bibliografia PIRAS VINCENZO "Bocca di Miniera - storia di uomini e di miniere in Planargia, nel Meilogu, nel Montiferru e nella Nurra meridionale della Sardegna centro e nord occidentale" - Carlo Delfino Editore. FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994. SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" - 1871. Carta Geologica 1:25.000, Foglio 193, Bonorva - 1959 . Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997 Questa pagina ? stata visitata 65576 volte |
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