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La miniera di Sa Lilla o Gutturu Nieddu è raggiungibile dalla Strada Provinciale 387 che collega Ballao a San Vito.
Prima di arrivare al villaggio della miniera di Sa Lilla, si incontrano vari ruderi e scavi minerari immersi nel fitto bosco. Ciò che resta del villaggio della miniera di Sa Lilla consiste in pochi ruderi immersi nel verde del bosco, che lentamente riconquista tutti gli spazi. Il fascino di Sa Lilla sta forse nella sua condizione effimera, nel fatto cioé che si tratta di una testimonianza dell'attività umana che ha verosimilmente ancora pochi anni di esistenza, vista la totale incuria in cui versa. L'ambiente naturale d'indubbia bellezza in cui è immersa, e la solitudine del luogo fanno poi la loro parte. Alcuni resti della vecchia miniera, forse dei depositi per il materiale estratto. I ruderi dei piccoli edifici mostrati dalla fotografia sono posti nel versante della gola opposto a quello su cui sorge l'edificio principale e i locali-deposito. Proprio al centro del piccolo complesso si apre una sorta di antro, più una grotta naturale che una galleria di miniera. Fate attenzione perché non c'è alcuna protezione. La miniera di Sa Lilla è letteralmente aggrappata a una gola che scende ripida a valle. Sa Lilla faceva parte di un complesso di miniere comprendente anche quella di Parredis. Quest'ultima affrontava lo stesso massiccio, monte Parredis appunto, dal versante opposto. Nell'altopiano di Sa Lilla sono presenti i resti di quello che sembra essere stato un ricovero per animali da tiro e mezzi da trasporto. Secondo la nostra ipotesi si tratterebbe di un centro di raccolta del materiale estratto dalle miniere limitrofe, prima che prendesse la via per Cala Murtas, lungo la strada realizzata dalla prima società concessionaria della miniera di Parredis, la Società Anonima di Membach di Liegi. In anni più recenti, tuttavia, Sa Lilla dovette con buona probabilità gravitare verso la valle formata dal Riu Ghirrau, e dunque l'attuale provinciale 387. Alcuni elementi lo testimoniano: la strada appositamente costruita con massicciate e terrapieni, un deposito di materiale a valle e quella che sembra una base per una semplice discenderia. Uno dei quattro cantieri della miniera di Sa Lilla è quello di Gutturu Nieddu, raggiungibile partendo dal Rio Gruppa mediante il solito sentiero, deviando però a destra verso Baccu Sarmentu. Dopo una mezzoretta di percorso in salita si raggiunge il cantiere di Gutturu Nieddu dove sono ancora visibili alcune gallerie e una discarica di sterile. Le foto sottostanti testimoniano l'abbandono di tale cantiere. L'ultima fotografia è dedicata al Monte Parredis. L'omonima miniera si apre alla fine della piccola valle formata dal torrente Baccu sa Ruinosa, sul versante orientale del monte; la miniera di Sa Lilla invece si apre sul versante occidentale, quello rivolto verso Ballao (vedi la mappa). La Storia di Sa Lilla La storia della miniera di Sa Lilla (chiamata anche Gutturu Nieddu) è intrecciata strettamente a quella di Parredis (chiamata anche Baccu sa Ruinosa). Le due miniere infatti affrontano praticamente lo stesso filone dai due fianchi (quello settentrionale la prima quello orientale la seconda) del monte Parredis. La miniera di Sa Lilla era stata dichiarata scoperta e concedibile il 29 agosto 1866. Il 9 ottobre 1898 fu chiesta in concessione dalla multinazionale belga Vielle Montaigne, che un anno prima aveva ottenuto anche i diritti sulla limitrofa miniera di Parredis. L'interesse della Vielle Montaigne per le due miniere sembra fosse soprattutto di natura strategica: la società cercava di inserirsi nel Sarrabus con l'intento di assicurarsi il controllo delle altre miniere della zona. La concessione fu concessa qualche mese dopo, il 4 maggio 1899, e formò praticamente un unico complesso con quella di Parredis. Tuttavia la Vielle Montaigne non procedette ad alcun investimento importante nel Sarrabus-Gerrei, probabilmente perché operava con strategie ben precise e sulla base di dati e di ricerche accurate. Queste ultime non dovettero dare esiti soddisfacenti per quanto concerneva la convenienza economica della coltivazione e, infatti, dopo l'esecuzione di alcuni rilievi topografici e l'approfondimento degli studi sul giacimento, la multinazionale belga decise di disimpegnarsi da quella zona. Nel 1902 rinunciò ai diritti su Parredis, nel 1910 fu la volta della miniera di Sa Lilla, e concentrò la sua attività nell'iglesiente. L'attenzione per il giacimento però non scemò del tutto e successivamente vennero richiesti e concessi vari permessi che riguardavano soprattutto l'area di Sa Lilla. Nella zona si succedettero diverse imprese minerarie, tra cui la Società Monteponi e la Rumianca. Nel dopoguerra i lavori erano fermi quasi ovunque, tuttavia la speranza che i cantieri si riaprissero non venne del tutto accantonata e le ricerche continuarono. Nel 1955 un'area di 800 ettari che comprendeva le vecchie concessioni di Parredis e Sa Lilla, fu accordata alla Società Pertusola Ltd. per la ricerca di solfuri misti, ma non si ebbero risultati concreti e la zona fu abbandonata. Durante il secondo conflitto mondiale nell'area di Parredis-Sa Lilla operava una società tedesca che, con l'impiego di 77 operai, produsse un migliaio di tonnellate di minerale arricchito. L'area mineraria di Sa Lilla comprendeva 4 cantieri, tutti ubicati sui versanti di Monte Parredis: Sarmentu, Gutturu Nieddus, Rio Lilla e Rio Brogus. Del cantiere Sarmentu citiamo le gallerie Baldracco e Vasca I e II; del cantiere Gutturu Nieddus facevano parte le gallerie: Sella, Pippo e Gutturu Nieddus: a Rio Lilla appartenevano le gallerie: Maria Pia, Camillo, Patrizia, S. Francesco, Carla, S. Antonio, Tommaso; a Rio Brogus apparteneva la galleria S. Paolo. Bibliografia essenziale ANTONIO FRANCESCO FADDA - Siti minerari in Sardegna - Coedisar, Cagliari 1997. MAURIZIO VIOLO - Contributo alla conoscenza dei giacimenti stratoidi polimetallici in area metamorfica - il giacimento di Sa Lilla (S. Vito, Cagliari) - Estratto da Resoc. Ass. Mineraria Sarda, Anno LXXI, Dicembre 1966 n. 8.Cartina IGM: 549, IV Questa pagina ? stata visitata 79091 volte |
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