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Quel che resta dall'antica miniera di Monte Cerbus è ubicato a Sud-Est di Santadi, presso la frazione di Is Canis; da qui presa una strada sterrata in direzione Sud si raggiunge un ovile dal quale è necessario proseguire a piedi per circa 1,5 km fino ai primi ruderi minerari. Oltre alle strutture abitative del villaggio minerario, alle discariche e alle gallerie si trova ancora un forno per la calcinazione dei minerali e un piccolo bacino in pietra per la raccolta dell'acqua; quest'ultimo era alimentato da una condotta idrica, costituita da una canaletta realizzata in coppi sardi che faceva confluire l’acqua dalla sorgente di Is Angellotus direttamente nel serbatoio in pietra che poi serviva da approviggionamento idrico alla miniera. La Storia La miniera di Monte Cerbus, secondo Piero Bartoloni (Miniere e metalli nella Sardegna Fenicia e Punica), era già nota dai Romani che la sfruttavano per l’estrazione dell’argento. La prima concessione mineraria venne assegnata al signor F. Calvi il 15 aprile 1866, per galena argentifera e calamina; Anche Quintino Sella nella sua celebre relazione d'inchiesta del 1881, cita la concessione e la sua estensione, pari a 400 ettari. Dal 1962 al 1966 vennero prodotti 3261 quintali di minerale per un valore di 70.023 lire. Nel territorio di Santadi nel 1881 erano presenti molti permessi di ricerca per galena argentifera, come quelli di Baccu Arcosu, Castel Nurchis, Is Cascinas de Tamara, Montixeddu Santu Nicolau, San Pantaleo, S'Arcu de su Cabriolu, Serra is Figus, Zinnibidraxeddu e Zinnibidraxiu. Nel 1881la concessione venne ceduta al Signor Hilarion Roux che assieme a Leon Gouin si occupò della miniera; dal 1883 la miniera risulta però inattiva. Nel 1897 la miniera risultava in stato di abbandono e la concessione era in fase di revoca. Nel 1902 la concessione mineraria per un'area di 370 ettari passò alla compagnia francese Des Hautes Forneauxs Forges et Acieries de la Marine des Chemins de Fer. Dal 1905 al 1909 la miniera di Monte Cerbus risultava "sotto prefissione di termine per la ripresa dei lavori", ma il 23 giugno del 1911 la concessione appartenente alla Compagnie des Hautes Forneaux venne revocata. Poche notizie sulla concessione di Monte Cerbus si hanno nel 1921, anno in cui la miniera era ancora attiva. Nel 1940 la Soc. Italiana Ernesto Breda, proprietaria del permesso "Bacchixeddu" eseguì dei lavori a cielo aperto in località Monte Cerbus. Altri permessi di ricerca si susseguirano nell'area a partire dalla metà del '900; in particolare a Sud della miniera di Monte Cerbus, in località S'Ega S'Omini Mortu - Rio Siriddi si ebbero i permessi per piombo e rame della Soc. Santoru (dal 1959 al 1962) e del Sig. Mercurio Pintus; nella località Is Seddas a Nord-Ovest rispetto a Monte Cerbus, operò la Società RIMISA tra il 1952 ed il 1954; nella località Rosmarino (a Est rispetto a Monte Cerbus) ricercarono minerali di piombo prima il Sig. L. Simeone e poi tra il 1962 ed il 1968 la Società AMMI. In località Pantaleo era presente un permesso di ricerca per minerali di piombo nel 1914; qui vennero realizzati scavi e gallerie e fu costruita una casetta presso la chiesetta di San Pantaleo. Molto più recenti sono le coltivazioni per barite e fluorite, ubicate presso la frazione di Is Canis, in località Is Seddas - Cuccuroni; di queste ultime miniere restano grandi scavi a cielo aperto e qualche piccola discarica. La Geologia Dal punto di vista geologico nell'area in esame affiorano tutte le principali litologie del paleozoico: le metarenarie cambriche della formazione di Nebida (Membro di Punta Manna e di Matoppa), i calcari e le dolomie cambro-ordoviciane della Formazione di Gonnesa (Membro del Calcare Ceroide e delle Dolomie Rigate), i metacalcari e le metasiltiti della formazione di Campo Pisano e i graniti e le sieniti permiane. Proprio al contatto fra i calcari e le metarenarie erano concentrati i giacimenti a piombo, zinco, rame e ferro ricercati nell'area. Ora la miniera di Monte Cerbus resta appartata, quasi nascosta all'interno di uno splendido bosco di lecci; i ruderi, le discariche, le gallerie inghiottite dalla folta vegetazione si manifestano improvvisamente a quei pochi visitatori che si addentrano nella stretta valle del Rio Monte Cerbus. I Minerali di Monte Cerbus Barite, Galena, Emimorfite, Magnetite, Quarzo. Bibliografia Rivista del servizio minerario: 1883 - 1892 - 1897 - 1902 -1905 - 1906 - 1911 - 1914. SELLA QUINTINO. "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" - 1871. CALVI F., KELLER G. "Relazione sulla miniera di Monte Cerbus" - Corriere di Sardegna ˆ Cagliari, 1869 (pubblicazione non reperibile). E. BILLOWS "I minerali della Sardegna ed i loro giacimenti" - Cagliari - 1941. VACCA ODONE E. "Itinerario dell'Isola di Sardegna" - GIA Edizione, 1881. CURRELI ROBERTO "Esplorazioni nel territorio di Santadi: Il complesso minerario di Monte Cerbus" - Articolo estratto dalla Gazzetta del Sulcis Iglesiente n° 557 - novembre 2011. Carta Mineraria dell'Isola di Sardegna, tratta dalla relazione del deputato Sella alla commissione parlamentare d'inchiesta. Torino 3 maggio 1871. Foglio Geologico 1:50.000 - n. 565 - Capoterra. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 65006 volte |
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