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Il Caolino è una roccia sedimentaria costituita in gran parte da caolinite (Silicato idrato di alluminio). Il Caolino ha un aspetto terroso, tenero, plastico se in presenza di acqua e si forma generalmente per alterazione di rocce magmatiche acide. Il colore è bianco o grigio, anche se talvolta assume colorazioni rossastre in presenza di ossidi di ferro. La polvere di Caolino è largamente usata in numerosi processi produttivi: Nell'industria cartaria. Nell'edilizia, per la preparazione di intonaci, di stucchi e di refrattari. Nell'industria della ceramica e della porcellana. Nella produzione di coloranti per alimenti e di dentifrici. Nella preparazione di gomme, mastici, e detersivi. Nell'industria farmaceutica. In agricoltura. La Sardegna ospita importanti giacimenti di Caolino, di cui i più grandi localizzati nei territori dei comuni di Furtei, Serrenti e Segariu. Pur non essendo di qualità eccelsa i caolini commerciali sardi sono stati per lungo tempo impiegati nell'industria dei refrattari e in piccola parte in quella della ceramica. Il giacimento caolinico di Serrenti-Furtei è indubbiamente quello di maggiore importanza nelle miniere di Coronas Arrubias, Monte Craboni, Monte Porceddu e Santu Miali. Nel 1932 la produzione di caolino grezzo da dette miniere raggiunse le 17.611 tonnellate, paragonata alla produzione del resto dell'italia di solo 13.000 tonnellate. In Sardegna possono essere identificati 3 distretti caoliniferi principali, e cioè quelli di Serrenti-Furtei, Romana-Cossoine e Laconi; dal punto di vista genetico, i primi 2 distretti si sono formati in situ ad opera di acque idrotermali profonde, mentre il terzo è di probabile origine sedimentaria (trasporto e sedimentazione del materiale già caolinizzato) con alti tenori di ossidi di alluminio. Altri giacimenti meno importanti sono quelli di Tresnuraghes e Capoterra. L'area di Serrenti-Furtei Dal punto di vista geologico i giacimenti del Campidano sono ospitati all'interno di rocce prevalentemente vulcaniche, che si sono formate durante la fase di sprofondamento della grande pianura sarda (circa 25 Milioni di anni fa). L'intera area è caratterizzata da cupole vulcaniche di rocce andesitiche e dacitiche (lave, piroclastiti, tufi, breccie e conglomerati), che affiorano in una zona che si estende da Monastir fino a Sardara, lungo il margine orientale della fossa del Campidano (Graben). La messa in posto di queste lave è stata accompagnata dal sollevamento delle rocce sedimentarie del miocene sopra gli scisti paleozoici che affiorano a Sardara, Nuraminis e Villagreca. Le rocce eruttive del centro di Furtei-Serrenti, nei settori di Monte Porceddu, Coronas Arrubias, Monte Craboni, Sa Rutta e Santu Miali sono localmente caolinizzate a causa di processi di alterazione idrotermali manifestatisi alla fine dell'attività vulcanica. In pratica il caolino che si ritrova in banchi stratificati si sarebbe formato per alterazione endogena dei feldspati delle rocce andesitiche e delle rocce sedimenarie alluminifere (argille) per opera di fluidi idrotermali risaliti dalle fratture delle rocce; il processo di caolinizzazione ha interessato principalmente le lave andesitiche, i tufi e i conglomerati vulcanici e i banchi argillosi. La presenza di quarzo all'interno del caolino abbassa il valore dei giacimenti. Recenti teorie affermano che il processo di caolinizzazione è tuttora in atto per azione delle acque superficiali leggermente basiche che scorrono nell'area in esame: queste acque superficiali sono cariche di calcio, magnesio, sodio, ferro e zolfo, elementi costitutivi delle rocce vulcaniche della zona; inoltre il toponimo di alcuni rigagnoli presso Monte Santu Miali conferma questo sospetto: Riu S'Allumini, Riu S'Acqua Salsa, Riu S. Miale, Riu Sa Scaffa ecc. I giacimenti di caolino dell'area di Furtei furono coltivati dagli anni '30 per la produzione di manufatti refrattari per l'industria siderurgica, fino a quando l'industria siderurgica non richiese più l'utilizzo dei refrattari alluminiferi. L'utilizzo del caolino per l'industria ceramica (porcellane e sanitari) e cartaria è stata limitata a causa della presenza della pirite e del quarzo. Negli anni '30 erano attive le concessioni di Coronas Arrubias della Soc. Anonima Ceramica Richard Ginori, Monte Porceddu della Soc. An. Industrie di Cagliari, S'Allumini della Soc. Piccinelli. Nell'area di Serrenti-Furtei dagli anni '50 fino agli '80, la Soc. SANAC Srl aveva la concessione di Santu Miali, Monte Porceddu Est e di Monte Menga. Elenco miniere di Caolino nel territorio di Furtei dal PRAE Regione Sardegna. Sa Perrina - Rinunciata chiusura 29-mar-32, Caolino, Società Nuova Sanac SpA. Coronas Arrubias 1° - Archiviata 29-mar-32, Caolino, Società Nuova Sanac SpA. Bruncu Idus - Archiviata 17-mar-32, Caolino, Società Nuova Sanac SpA. Costa Sa Tiria - Archiviata 05-apr-32, Caolino, Società Nuova Sanac SpA. Pranu Sa Scova - Archiviata 05-apr-32, Caolino, Società Nuova Sanac SpA. Bruncu Antoni Altera - Archiviata 17-mag-33, Caolino, Società Cugusi Dott. Ignazio ed eredi Ing. Agostino. Monte Craboni 1° - Archiviata 29-mag-33, Caolino, Società Cugusi Dott. Ignazio ed eredi Ing.Agostino. Santu Miali - Archiviata 24-ago-33, Caolino, Società Sanac SpA. Coronas Arrubias 2° - Archiviata 24-lug-34, Caolino, Società Nuova Sanac SpA. Sa Gisterra - Archiviata 05-mag-36, Caolino, Società Mineraria di Boca srl. Piscina Murta - Archiviata 05-mag-36, Caolino, Società Mineraria di Boca srl. Campo Brasciu - Archiviata 25-set-41, Caolino, Società Safis. S'Allumini - Archiviata 09-nov-46, Caolino, Società Safis. Bruncu Laccus - Archiviata 09-nov-46, Caolino, Società Svimisa SpA. Funtana Moi - Archiviata 13-mar-52, Caolino, Società Safis. S'Allumini - Archiviata 23-lug-79, Caolino Società Nuova Sanac SpA. L'area di Laconi Il caolino di Funtana Mela può essere considerato quello di migliore qualità, ma malauguratamente i giacimenti più ricchi furono esauriti presto. I banchi caolinici sono ospitati all'interno delle rocce sedimentarie giurassiche (conglomerari e calcari) sotto forma di tasche, venette e lenti; Considerando le mineralizzazioni povere, cioè quelle formate da banchi di conglomerati a cemento caolinitico, le riserve ammontavano a centinaia di milioni di tonnellate di tout venant. In passato vennero tentate anche coltivazioni in sotterraneo che però a causa dei costi elevati non hanno avuto seguito. Nell'area erano attive fino al 1983 le concessioni minerarie di Nuraghe Mamusi della Soc. CIER-MAPRINA, Pilicapu, Rio Canali Margiani della Soc. IERS e Suergiu della SANAC Srl. L'area di Mara-Cossoine Questi giacimenti sono importanti sia dal punto di vista del tonnellaggio (qualche decina di milioni di tonnellate) che per la qualità del Caolino, ma sono dispersi nei territori di diversi comuni. Il giacimento di Rio Badu de Ludu a Mara e quello di Lochera a Romana sono simili a quelli del distretto di Serrenti-Furtei, hanno la stessa genesi idrotermale a spese di rocce vulcaniche terziarie, ma minore continuità e spessore dei banchi. Il Caolino di quest'area, sia crudo che cotto, raggiunge un elevato punto di bianco (colore). Il Caolino di Laconi aveva i seguenti contenuti percentuali: SiO2 (44,08%), Al2O3 (40,39%), Fe2O3 (0,79%), CaO (0,63%) ecc. La cava di caolino di Mara fu inoltre sfruttata dalla Società cementifera Cementir di Porto Torres, dal 1956 al '78 per la produzione di "cemento bianco" (325 e 52,5) ad altissima resistenza idraulica; tale cemento veniva imbarcato per raggiungere i mercati Africani e Mediorientali. L'area di Tresnuraghes Il giacimento di Tresnuraghes, affiora nelle località di Salamura e Patalza ed è costituito da un banco caolinizzato di 10-20 metri di potenza, posto tra le colate acide premioceniche (rioliti), le arenarie e i calcari miocenici e i basalti plio-quaternari. Il cubaggio del giacimento ammontava a circa 1 milione di tonnellate. La genesi del giacimento è da addebitare a convogli idrotermali che hanno alterato le rioliti. Dal 1983 al 1998 era attiva la concessione mineraria di Pattalza, affidata alla Soc. SAIEM Srl. L'area di Capoterra In tale area ricorre un giacimento filoniano con spessore variabile da 2 a 4 metri incassato negli scisti paleozoici. Il giacimento è costituito da una roccia vulcanica acida che ha subito intensa caolinizzazione: il Caolino tout venant non è di grande qualità, ma si riteneva potesse essere migliorato con i processi di arricchimento. I principali minerali associati al caolino Alunogeno, Boothite, Caolinite, Dichite, Ematite, Epsomite, Limonite, Mendozite, Mirabilite, Nacrite, Pirite, Pisanite, Quarzo. Bibliografia Archivio EMSA-Progemisa. VARDABASSO S., GRIMALDI G. "Contributo alla conoscenza dei giacimenti caoliniferi di Serrenti-Furtei" - Cagliari - 1935. ROSSETTI VASCO "Il caolino di Serrenti-Furtei, influenza dei solfuri metallici sulla sua genesi" – Rend. Sem. fac. Scienze Univ. di Cagliari, 1963. LOMBARDI G., MATTIAS P., URAS I. "Guidebook for excursions in Italy" - VIII International Kaolin Symposium and Meeting on Alunite, Madrid-Rome, 1977. URAS I. "Giacimenti di Caolino in Sardegna" - AIPEA, Congresso Nazionale, 1971. URAS I. "Notizie sui Caolini e le Argille della Sardegna" - La Ceramica, 1974. CARBONI B., GARBARINO C., PADALINO G., URAS I., PALOMBA M. "Studio giacimentologico e caratteristiche mineralogiche-petrografiche del caolino dell'area di Tresnuraghes" - Rend. Soc. It. Min e Petr. ASUNIS M.I., MARINI C., MEDICI C., PORCU R., URAS I. "Il distretto caolinifero di Serrenti-Furtei. Nota 1a: Il Giacimento di Monte Porceddu" - Res. Ass. Min. Sarda, Cagliari, 1983. MARINI C., PALOMBA M., PORCU R., URAS I. "Il distretto caolinifero di Serrenti-Furtei. Nota 2a: I Giacimenti di M.te Corona Arrubias e S'Allumini" - Boll. Soc. Geol., Cagliari, 1992. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 68182 volte |
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