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(Miniere di Fluminimaggiore-Portixeddu)
Miniera di Cumpingeddus-San Nicolò-Piscina Morta-Nanni Frau

Miniera di
Fluminimaggiore-Portixeddu

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura
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Le piccole miniere del Fluminese

Per descrive le piccole miniere del Fluminese non si può omettere il nome di Antonio Sbressa; egli era un ex segretario comunale con l'hobby dell'esplorazione mineraria ricordato a Fluminimaggiore per alcuni toponimi e per il Palazzo esistente nel centro del paese, costruito nel 1868. Il "Bressa" come lo chiamavano a Flumini possedeva le miniere di galena argentifera di Piscina Morta e di Cumpingeddus, di cui rimangono ora poche tracce e le attigue miniere di Lisandrus-San Nicolò.

Altre ricerche minerarie per minerali di piombo e zinco erano ubicate alle falde occidentali di Punta su Guardianu (Arcu sa Gruxi, Perdiscedda), presso Capo Pecora (Manago, Perdas Arbas) e in prossimità del villaggio di Portixeddu (Su de is Peddis, Sa Grutta, S'Arridelli).

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In alcuni di questi cantieri erano evidenti le tracce di scavo effettuate dai romani sfruttando i Damnati ad Metalla, sotto l'impero di Adriano. Sbressa avviò le ricerche con poche decine di operai per cantiere comprese donne e ragazzi per la cernita; egli scoprì che la cui media in metallo era di 260 grammi di argento per 100 Kg di Piombo.

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Messa in evidenza la ricchezza del filone, nel marzo del 1873 Antonio Sbressa cedeva alla Compagnia Generale i due permessi di San Nicolò-Cumpingeddus e di Piscinas Morta. La società stabilì i suoi uffici proprio a Cumpingeddus che comprendeva 4 miniere: Cumpingeddus, Lisandrus-San Nicolò, Piscina Morta e Nanni Frau. Assieme agli uffici era presente l' Amministrazione del Patrimonio Boschivo fondamentale perché permetteva alla Società di ricavare il legname per le miniere senza alcun impedimento.

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Vennero realizzate due gallerie profonde 200 metri che seguivano i filoni mineralizzati; questi erano filoni di galena con una alta percentuale in argento, ed anche con la presenza di calamina e altri minerali metallici.

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Il vantaggio più evidente risultava dalla posizione strategica di queste miniere, posizionate a breve distanza dal porticciolo di Portixeddu, da quello di Buggerru e dalla spiaggia di San Nicolò. Il cantiere di Piscina Morta venne inizialmente trascurato, ma si ritenne promettente l'affioramento di scisto impregnato di galena e di pirite; qui la percentuale di argento era di 815 grammi su 100 kg di piombo. Nel 1878 la società chiese al comune di poter erigere sulla spiaggia di San Nicolò una laveria meccanica per il trattamento del piombo delle miniere di Cumpingeddus e Nanni Frau.

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Quest'ultima miniera di Galena, prima di essere acquistata da Antonio Sbressa nel 1862 era di proprietà di un medico Cagliaritano, tale Onorio Pabis. In questa miniera non vennero seguite le vecchie ricerche romane, ma fu esplorato un nuovo giacimento mediante una galleria che seguiva i vari filoni quarzosi mineralizzati. Nel 1874 la miniera passò alla Compagnia Generale che riscontrò dei problemi di aereazione nella galleria e costrinsero la società a realizzare un fornello. I lavori non proseguirono con regolarità cosicché fu la United Mines a subentrare alla Compagnia Generale. Furono riparati gli edifici minerari e ripresa la coltivazione mediante l'apertura di una nuova galleria.

Nel 1905 subentrò la Pertusola che incrementò la forza lavoro a 48 operai, ma durò poco, perché la crisi era nuovamente in agguato. Fino agli anni '20 nella miniera si alternavano pochi operai il cui lavoro consisteva nel scavare una galleria seguendo il minerale a vista; trasportato in esterno mediante carriole a mano il minerale passava prima attraverso una griglia, poi veniva classificato mediante dei Crivelli Inglesi. Nel 1927 la miniera Nanni Frau venne dichiarata decaduta.

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Nel 1948 il perito minerario Bernardino Maccioni in società con l'Ing. Giuseppe Comini chiese il permesso di ricerca di Pb, Ag, Zn, e Ba a Cumpingeddus,San Nicolò, Lisandrus, Nanni Frau. Impiegando 7 operai e 2 cernitrici ripristinò i fornelli ed approfondì le gallerie, in un paio di anni. Il lavoro delle cernitrici consisteva nel separare la barite dalla galena facendo varie selezioni. Il trasporto del minerale confezionato in sacchetti (circa una ventina), dalla miniera di Nanni Frau a San Nicolò avveniva attraverso un carro a buoi che impiegava più di otto ore per percorrere la strada fino alla laveria, onde per cui era necessario un giorno per compiere un solo trasporto. Una volta arrivato alla laveria il minerale veniva classificato nei crivelli inglesi.

Nel 1940 la Pertusola era diventata proprietaria della concessione di Malfidano a Buggerru, e nel 1954 ottenne nuovamente la concessione ventennale delle miniere San Nicolò-Nanni Frau per una estensione totale di 530 ettari. Questo cantiere sarà coltivato principalmente a cielo aperto e darà lavoro a molti operai di Fluminimaggiore e di Buggerru fino al 1969, anno in cui le miniere della Pertusola passarono alla Spa Piombo Zincifera Sarda.

Altre piccole miniere e concessioni del Fluminese

Miniera di Genna Carru (Giacimento di Pb scoperto nel 1873 dato in concessione alla Hanfrey Etchats e C.).

Miniera di Perda S'Oliu (Giacimento di Pb, Zn e Ag in concessione nel 1877 alla Società Anonima Compagnia Generale delle Miniere; nel '900 la concessione passò attraverso le seguenti gestioni: Mines United Company, Pertusola nel 1929, AMMI nel 1943, Monteponi-Montevecchio nel 1955, Piombo Zincifera Sarda nel 1969 e SAMIM nel 1982).

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Miniera di Perdas de Fogu (o Perd'e Fogu) (Giacimento a solfuri di Ni, Co, Cu, Fe, Pb e Ag ottenuto come permesso di ricerca nel 1866 all' Ing. Giulio Keller, il quale lo cede nel 1873 alla Società Anonima Compagnia Generale delle Miniere, presieduta da Eugenio Marchese; nel 1890 la miniera è acquistata dalla United Mines Company del Gruppo Henfrey di Londra, mentre nel 1907 subentra la Pertusola: vengono riaperte le gallerie e viene costruita una laveria gravimetrica dotata di frantoio e crivelli).

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Miniera di Monte Argentu (Giacimento di Pb e Ag in concessione nel 1876 alla Società Anonima Compagnia Generale delle Miniere).

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Monte Cidrò (miniera di piombo argentifero data in concessione nel 1891 ai Soci E. Antico, R. e E. Cattaneo, E. Ferraris; passò poi alla Soc. Monteponi che vi rinunciò nel 1928; negli anni '30 erano ancora visibili le gallerie e la direzione presso la casa del Sig. Peppino Massa, mentre l'arricchimento del minerale si effettuava con i crivelli a mano ).

Medau Ganoppi area mineraria e paleontologica sita presso Perda S'Oliu.

Su Sizzimureddu (area mineraria appartenuta anche alla Monteponi, inclusa sia nel permesso di Monte Cidrò che in quello di su Guardianu; vi si accede facilmente dalla strada per il Pino Secolare).

Su Isandru (cantiere minerario in cui si coltivavano delle vene con nickel, blenda e galena; erano presenti 2 gallerie: Maria Pisano e Ribasso.

Corti Baccas (cantiere di proprietà dell'AMMI dove era presente una galleria chiamata Su Forcili.

Miniera di Mortuoi (Giacimento di Zn scoperto nel 1868, ebbe numerose gestioni: Soc. Modigliani, Soc. Des Usines e Zinc du Midi, Soc. Des Zincs Francais, Malfidano, Candiazzus, Montevecchio).

Miniera di Punta Campu Spina (Giacimento di Ba, F e Fe).

Miniera di Sa Marchesa (miniera di blenda e galena ubicata a monte di San Nicolò, Buggerru; questa miniera era attiva già in periodo romano e ciò è testimoniato dalle tante scorie di fusione, lucerne e monete che sono state reperite in zona).

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Bibliografia

MURTAS ALBERTO e BRUNO "Piccole Antiche Care Miniere...Da Gutturu Pala a S'Acqua Bona" - Quaderni di storia Fluminese n.4 - Carbonia 2000.

MURTAS ALBERTO e BRUNO "Itinerari di Miniera: da Perdas Albas a Sa Menga" - Quaderni di storia Fluminese n.10 - Carbonia 2009.

FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, Guida ai tesori nascosti" - Ed. Coedisar, Cagliari 1994.

STARA P., RIZZO R., TANCA G.A. "Iglesiente-Arburese, Miniere e Minerali Vol. II" - EMSa, 1996.

SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871.

Foglio 224-225 Capo Pecora-Guspini 1:25.000, 1971.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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