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(Miniere di Sardegna Centrale)
Miniera di Furtei

Le miniere di
Sardegna Centrale

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura

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Storia recente

Durante gli anni 1988-91 la società Progemisa in collaborazione con una compagnia dell'AGIP, iniziò un programma di prospezione che proseguì negli anni seguenti quando una società Australiana subentrò all'AGIP. La società Australiana e la Progemisa costituirono la Sardinia Gold Mining S.p.a. (SGM). I lavori minerari hanno interessato sia la mineralizzazione Ossidata di Sa Perrima che i corpi a Solfuri di Is Concas, S. Miali Cima, e S. Miali Est. I materiali vengono sottoposti a trattamenti differenti a seconda che siano Solfuri, Ossidati o Semiossidati (ossidati a basso tenore). Nel 2004 la società canadese Full Riches Investiment, capeggiata dall' imprenditore italo venezuelano Serafino Iacono, ha preso il controllo della SGM. Nel 2008 la Bufalo Gold Ld. (che acquisisce la miniera nel 2007) annuncia l'avvio di un programma di perforazioni per realizzare uno studio di fattibilità, il cui obiettivo è iniziare la produzione nel 2009. Purtroppo questo obiettivo non verrà mai realizzato, in quanto nel dicembre 2008 arriva la dichiarazione di chiusura della miniera. Ora nel 2010 continuano le forme di protesta degli operai della miniera che tentano di salvare il loro posto di lavoro; inoltre a preoccupare è anche il pericolo incombente di inquinamento, dato dalla diga dei fanghi dove venivano scaricate le soluzioni cianurate usate per il trattamento del minerale. Recentemente la Regione Sardegna affida all'IGEA il compito di bonificare l'area.

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Geologia e genesi della mineralizzazione

Il Settore minerario di Furtei è situato a sud dell'abitato omonimo, nella Sardegna meridionale, in prossimità del bordo orientale del Graben del Campidano, a circa 40 Km dal capoluogo, Cagliari.

Nell'area in esame affiorano le seguenti litologie:

Sedimenti marini Eocenici.

Sedimenti continentali argilloso arenacei (Formazione del Cixerri).

Formazioni vulcaniche Oligo - Mioceniche.

Complesso marnoso arenaceo Miocenico.

Depositi alluvionali recenti.

I sedimenti marini Eocenici si trovano nelle vicinanze di Bruncu sa Casa in un affioramento potente circa 4 m. costituito da marne e calcari. A contatto con esso si trova la formazione del Cixerri, costituita da sedimenti continentali argilloso - arenacei di età Eocenica. I magmi calcoalcalini Oligo - Miocenici (25,5 e 23,6 milioni di anni) che affiorano nell'area sono schematizzabili in più complessi a prevalente composizione andesitica con subordinati prodotti dacitici:

-Complesso formato da espandimenti lavici, duomi singoli e complessi.

-Complesso piroclastico costituito da brecce di clasti andesitici e di rocce paleozoiche cementate.

-Unità di Bruncu su Sensu: costituito da tufi, andesiti basaltiche e basalti.Le formazioni vulcaniche sono interessate da una intensa alterazione idrotermale.

Il sistema idrotermale presente nell'area di Furtei è stato generato dal susseguirsi di quattro fasi distinte:

1. Fase di alterazione idrotermale, durante la quale si ha lisciviazione della roccia incassante da parte di fluidi acidi. In tale fase si ha la distruzione di tutti i minerali magmatici eccetto il Quarzo e gli ossidi di Titanio, e la formazione di quarzo e pirite in cavità vacuolari (Vuggy Silica). Tale zona si trova a contatto con le andesiti.

2. Fase Mineralizzante durante la quale si ha la deposizione di solfuri, tellururi, e Oro.

3. Fase tardiva, dominata da fluidi di origine meteorica a bassa temperatura e salinità. In questa fase è stata deposta la barite.

4. Fase Ossidante, essenzialmente supergenica relativamente recente (Post - Pliocenica).

La mineralizzazione può essere distinta in tre associazioni:

La prima comprende i corpi di Monte Santu Miali e di Is Concas ed è costituita da una profonda zona a Solfuri e da una zona superficiale completamente ossidata. La zona a Solfuri è caratterizzata dalla presenza di Pirite, Enargite e Luzonite. L'oro nativo è presente in granuli (inferiori ai 20 micron) nell'Enargite.

La seconda associazione comprende il solo corpo di Sa Perrima dove la mineralizzazione, parzialmente ossidata, è ospitata all'interno di rocce piroclastiche.Qui vene e noduli di Solfuri sono costituiti da Pirite e Sfalerite. L'oro è associato in grani micrometrici (tra i 10 e i 200 micron) ad Ossidi e Idrossidi di Ferro.

La terza associazione detta Mineralizzazione Sud Ovest è costituita da piccole vene (200 ppm di Oro) in un area caolinitizzata all'interno di una sequenza piroclastica. L'associazione di minerali primari comprende: Quarzo con inclusioni di Pirite, Sericite, Caolinite, Gesso, Oro nativo e Aurostibite.

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La coltivazione

La geometria dei corpi minerari indusse la SGM a preferire per lo sfruttamento delle mineralizzazioni, metodi selettivi di estrazione a cielo aperto. La coltivazione del giacimento a cielo aperto venne realizzata secondo la classica configurazione ad anfiteatro.

Il processo di estrazione si articola nelle attività di Trivellazione secondo una maglia regolare, mediante Wagon drill TAMROCK 700. Segue l'abbattimento mediante l'uso di esplosivo.

I processi minerari

Gli Ossidati in arrivo all'impianto di trattamento vengono frantumati, macinati dopodiché sotto forma di fango arrivano al primo di 8 grandi serbatoi verticali dove vengono a contatto con la calce, il cianuro ed il carbone attivo per il processo di Lisciviazione. Il cianuro separa selettivamente l'oro dalla roccia, che successivamente viene adsorbito dal carbone. Questo processo ha la durata di circa 18 ore, dopodiché il fango ormai privo di oro, passa alla Diga degli Sterili per la Decantazione, mentre il carbone viene recuperato dai serbatoi per un successivo ciclo. Il carbone carico viene ripulito dall'oro e dall'argento mediante una soluzione caustica e cianidrica, prima di essere riutilizzato.

La soluzione contenente oro ed argento passa poi in una cella elettrolitica in cui oro e argento vengono recuperati su un catodo di lana d'acciaio, arrostito in un forno, fuso ad una temperatura di 1200° C in un crogiuolo e colato in un lingotto standard da 400 once (circa 12 kg).

Questi lingotti venivano spediti a Londra per il processo di rifinitura che prevedeva la definitiva separazione tra oro ed argento e la purificazione del metallo per la sua commercializzazione.

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Gli Ossidati a basso tenore sono trattati secondo le procedure di lisciviazione in cumulo (Heap Leaching), mediante irrorazione con soluzioni di Cianuro di Sodio, in appositi bacini resi impermeabili tramite geomembrane. Le soluzioni che drenano dall'impianto di Heap Leaching vengono totalmente recuperate e convogliate verso un circuito Carbon in Leach (CIL). Tale circuito è formato da sei vasche dove l'oro e l'argento subiscono un processo di lisciviazione con cianuro di sodio per essere estratti. L'oro lisciviato viene recuperato per adsorbimento su carbone attivo (CIP process). L'eluizione dal carbone attivo e la separazione elettrolitica permettono il recupero dell'oro.

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I Solfuri vengono sottoposti prima a flottazione e poi a separazione elettrolitica. La flottazione è un processo che permette la separazione di due solidi portandone uno a galleggiare su di un liquido, con opportuni additivi. Il materiale Solfuro che arriva all'impianto, subisce una frantumazione e una macinazione come per il materiale Ossidato. Il fango prodotto passa in serbatoi condizionanti dove vengono aggiunti i reagenti di flottazione.

Nelle celle di flottazione, le bolle d'aria insufflate attraverso la torbida favoriscono l'adesione delle particelle di minerale che raggiungono la superficie creando una schiuma mineralizzata.

La torbida sterile del primo set di celle viene passata anche attraverso un secondo set, per catturare quelle particelle contenenti oro, sfuggite al primo set. I fanghi a solfuri prodotti in questo processo passano in un decantatore per togliere l'acqua e in una filtropressa per l'asciugatura.

Il risultato del processo è una polvere nera chiamata concentrato ricco in Oro e Rame, che viene spedito in Fonderia dove subirà ulteriori trattamenti.

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I mezzi meccanici della SGM

Quattro DUMPER 769 D

Un DOZER D9

Due ESCAVATORI 375 LME

Un GRADER 140G

Un WAGON DRILL TAMROCK 700

Una PALA GOMMATA FRONTALE CAT 980 G


Bibliografia

PINNA DAVIDE "La valorizzazione delle mineralizzioni aurifere a solfuri dell'area di Serrenti-Furtei" - Dipartimento di Geoingegneria e tecnologie ambientali, Università di Cagliari, anno accademico 1998-99.

KYLE JIM "Chemistry of the CIP process. Chapter 7".

DA PELO STEFANIA "Il giacimento ad oro di Furtei" - Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Cagliari.

ASSORGIA A., BARCA S., FARRIS M., RIZZO R., SPANO C. "Note illustrative alla carta geologica e delle georisorse del distretto vulcanico Monastir-Furtei: le successioni sedimentarie e vulcaniche cenozoiche" - L'industruia mineraria, 1994.

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