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La Storia Questa antica miniera di piombo, argento e zinco era già attiva nel 1852 quando furono ripresi gli scavi minerari di epoca romana e pisana. Vi si coltivava una mineralizzazione colonnare a galena argentifera e calamina, ubicata tra il calcare e gli scisti paleozoici. Il toponimo Reigraxius probabilmente deriva dal latino Radicarium = radice o luogo dove venivano fatte radicare le talee di vite; oppure dal sardo Arreiga = ravanello, potrebbe significare: luogo ricco di piante con radice a fittone. La prima concessione mineraria venne affidata ai Sig. Giovanni e Francesco Ferro per una area di estensione pari a 264 ettari. Nel 1867 la miniera venne rilevata dal Sig. William Scott, a cui appartenevano anche la foresta di Marganai e la Società inglese Marganai Forest and Mining Company Limited. La produzione della miniera dal 1854 fino al 1868 ammontava a 16.318 quintali di galena argentifera, per un valore di 322.106 lire. Il Sig. Tito Frau ampliò la concessione anche ai minerali di zinco nel 1898, per poi cedere la miniera alla Società Monteponi nel 1913. A quest'ultima fu concesso di unificare le concessioni di Reigraxius, Marganai, Perdu Carta - Perdu Adria. La ricerca mineraria nella miniera di Reigraxius si concentrò nelle località Santa Barbara (Galleria San Giovanni) e Sant'Antonio (Galleria Scott), con l'ausilio di pozzi di estrazione e gallerie in cui si utilizzava la forza di trazione animale per spostare i vagoni di minerale. Uno dei pozzi posizionato a 722 metri s.l.m. arrivava ad una profondità di 205 metri, attraversando 4 livelli di gallerie. Ad ovest del cantiere di Sant'Antonio erano attive le due gallerie Garibaldi e Vittorio Emanuele. L'arricchimento del minerale avveniva nella laveria, utilizzando classificatori a mano e crivelli inglesi a scossa. Il minerale di piombo e di zinco veniva trasportato con l'utilizzo di carri a buoi a Domusnovas attraverso la Grotta di San Giovanni e quindi a Cagliari per essere imbarcato (in seguito venne costruito un tracciato ferroviario fino alla stazione di Musei, e quindi da qui verso il porto di Cagliari). Prima della costruzione della strada per la Grotta di San Giovanni (costruita nel 1866), era necessario lo scollinamento della Grotta per il sentiero detto "sa ia de fenugus". I minerali di Reigraxius Azzurrite, Barite, Calcite, Emimorfite, Granato, Leadhillite, Malachite, Minio, Sfalerite, Witherite. Bibliografia COSTA L. ROBERTO e CANAVERA EDILIO "Domusnovas dalle origini al '900" - Domusnovas, 2001. FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994. SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871. Carta Geologica 1:25.000, Foglio 224-225 Capo Pecora Guspini. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997 Questa pagina ? stata visitata 67037 volte |
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