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(Miniere di Fluminimaggiore)
Miniera di Su Zurfuru

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La mappa della zona della miniera di Su Zurfuru e della laveria Giovanni Longu.

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La laveria Giovanni Longu si affaccia sulla Strada Statale 126, pochi chilometri oltre Fluminimaggiore in direzione di Iglesias.

La fotografia mostra una panoramica del complesso. Si possono facilmente notare i primi segni del restauro, che per preservare i macchinari partono con il rifacimento delle coperture.

L'impianto si presenta nel complesso più piccolo e tecnologicamente anteriore alla laveria di Arenas che si trova a pochi chilometri. Proprio questa sua anteriorità lo rende uno splendido esempio di archeologia industriale.

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Emblematico esempio di progresso tecnologico. Uno dei primi torni con motore elettrico. Si noti il basamento in acciaio calmato (privo di mandrino e toppo mobile). Sulla sx in basso il motore elettrico e in alto (sulla parete) l'insieme delle pulegge che permettevano di variare il rapporto di trasmissione (n° dei giri del mandrino).

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Panoramica del compressore e particolare del ripristino della copertura.

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Vista del doppio compressore a pistoni con motore elettrico prodotto a New-York.

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Particolare del compressore mostrato nella fotografia precedente. È visibile la targa con l'indicazione del suo produttore e del luogo di produzione.

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Reperto archeologico-industriale di un variatore d'intensità di corrente sfruttato nella sala compressori per dare lo "spunto" al grande volano del compressore.

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Le esigenze di energia della laveria erano soddisfatte da un generatore elettrico che sfruttava la forza dell'acqua che con una condotta era convogliata dalla fonte di Pubusinu a valle verso il complesso.

Nella fotografia sono mostrati la turbina e il generatore elettrico.

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Particolare delle celle di flottazione all'interno della laveria.

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La parte alta della laveria è occupata dalle macchine per frantumare e selezionare il minerale grezzo, e per un suo primo arricchimnento secondo il sistema denominato "sink-float".

Nelle tre fotografie sono rappresentati rispettivamente il braccio della bilancia per pesare il minerale grezzo prima di sottoporlo a trattamento, i carrelli elevatori, e la doppia griglia selezionatrice del grezzo

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Nelle tre fotografie sono rappresentati rispettivamente un particolare dell'interno del frantoio a mascelle, la macchina per il sink-float, e un suo particolare.

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Una condotta portava l'acqua dalla fonte di Pubusinu alla laveria. Uno sguardo attento rileva le sue tracce ancora presenti lungo la strada che collega le due miniere.

Le due fotografie mostrano l'ultimo tratto della condotta, posto subito oltre la strada all'altezza della laveria

La Storia di Su Zurfuru

La storia della miniera di Su Zurfuru comincia, come per altre miniere della zona di Fluminimaggiore, con l'imprenditore minerario inglese George Henfrey, che nel 1877 rilevò tutti i più promettenti permessi minerari della zona. Seguirono importanti lavori di ricerca e una decina di anni dopo, nel 1889, la concessione della miniera alla The Victoria Mining Company Limited, della quale l' Henfrey era il maggiore azionista. Il minerale veniva trattato nella piccola laveria meccanica di Giovanni Longu, da qui trasferiti nel porticciolo di Portixeddu (che in sardo significa, infatti, "porticciolo") per prendere la via del continente.

Il giacimento di Su Zurfuru si rivelò molto complesso e ricco di minerali diversi: oltre al piombo e allo zinco, infatti, erano presenti anche solfuri di ferro, arsenico, bismuto, rame e fluorite.

La vita della miniera fu condizionata inoltre dalla presenza di materiale argilloso finissimo, che provocava spesso delle improvvise frane con esito talvolta tragico: la più grave accadde il 23 novembre del 1926 quando due operai rimasero sepolti sotto uno strato di argilla finissima che invase una galleria della miniera.

Nel 1891 avvenne il passaggio della concessione a favore della società inglese The United Mines Company Limited, e cinque anni dopo fu la volta della Pertusola. Quest'ultima costruì una nuova laveria, la collegò tramite una ferrovia con i cantieri della miniera e con quelli delle miniere più lontane, Gutturu Pala e Terra Niedda, che aveva acquisito rispettivamente nel 1905 e nel 1907. Purtroppo la società inglese scelse di affidare la miniera di Su Zurfuru alla direzione di Ingurtosu, che preferì concentrarsi totalmente sul pieno sviluppo dei lavori di quella grande miniera.

Seguì un lungo periodo di inattività. Solo la laveria continuò a trattare il minerale estratto nella vicina miniera di Gutturu Pala, dove tutti i minatori erano stati trasferiti.

Negli anni Cinquanta furono ripresi i lavori. Il materiale estratto veniva in gran parte trasportato con i camion verso gli impianti di Ingurtosu. Gli anni Sessanta videro la crisi definitiva della Pertusola e il progressivo sganciamento della società inglese dal mondo minerario isolano. Nel 1968 la concessione passò alla Piombo Zincifera Sarda, controllata dall'Ente Minerario Sardo. In seguito fu la volta della Samim e infine della SIM (Società Italiana Miniere), nel 1987. In questi anni le attività cessano del tutto nella miniera di Su Zurfuru. Solamente nell'attigua Gutturu Pala si continuerà a lavorare in misura estremamente ridotta e per pochi anni ancora, poi la chiusura definitiva.

Ora parte degli edifici restaurati sono visitabili contattando l'Associazione culturale Su Zurfuru Mine (www.minierasuzurfuru.it).


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