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| Il Museo del Minatore Buggerru La Storia La zona in esame era conosciuta già dal tempo dei romani che vi cercavano la galena argentifera; quest'area però era notevolmente diversa da come si presenta oggi, infatti fitti boschi la ricoprivano totalmente dando rifugio probabilmente ai briganti e a gente di malaffare (da cui il nome Malfidano). Nel 1864 l'ingegnere francese Giovanni Eyquem cercando la galena individuò le importanti masse calaminari che fornivano il minerale di zinco, del quale in Sardegna non esistevano ancora miniere. Fondata da Eyquem nacque la Società Anonima delle Miniere di Malfidano, ed a valle del monte Caitas, presso la spiaggia, iniziò a sorgere il primo nucleo del villaggio minerario di Buggerru. Nel 1877 la Malfidano raggiunse un importante accordo con la Società francese Societè des Minerais en Sardaigne per la costruzione di una importante laveria. Nel 1878 furono utilizzate per la prima volta in Sardegna le perforatrici pneumatiche Francois-Dubois per la costruzione della Galleria di scolo Lucien, che permise di abbassare la falda acquifera permettendo la coltivazione di più ampie porzioni di minerale e consentì il collegamento con il Pozzo Santa Barbara. La ricchezza delle mineralizzazioni piombifere e zincifere permise grandi investimenti, che consentirono il sorgere di numerose strutture attorno al villaggio di Buggerru; una centrale elettrica forniva elettricità alla grande Laveria Malfidano, oltreché all'ospedale, agli uffici degli impiegati e dei dirigenti, al teatro, e al cinema. Questo periodo di produzione frenetico portò le maestranze a pretendere dalla Società un miglioramento delle proprie condizioni di vita e di lavoro; i disordini e gli scioperi precipitarono il 4 settembre del 1904 in un evento tragico segnato nella storia come l'Eccidio di Buggerru che costò la vita a 3 operai (Felice Littera, Salvatore Montixi e Giustino Pittau). La crisi economica finanziaria del 1920-30 in contemporanea con il primo conflitto mondiale, provocò la chiusura della miniera di Malfidano, che nel 1928 passò alla Pertusola. Gli anni '50-'60 videro l'interesse della Società nella coltivazione di alcune masse calaminari che incluse quelle della vicina miniera di Pranu Sartu, ma nel 1955 fu dichiarata la chiusura del grande cantiere di Caitas. Subentrò quindi la Società Piombo Zincifera Sarda che rimase in attività fino al 1977, anno in cui la vecchia Laveria Malfidano venne chiusa. I giacimenti della Miniera di Malfidano La Miniera di Buggerru faceva capo il gruppo delle sei concessioni più settentrionali della Piombo-Zincifera Sarda S.p.A. Considerate sotto il profilo produttivo, esse erano fra le più importanti di tutto il gruppo: basti pensare che, a partire dal 1866, Buggerru ha prodotto più di un milione di tonnellate di zinco ed oltre 200.000 tonnellate di piombo metallo. Per ciò che riguarda i giacimenti di Buggerru, in relazione al tipo della mineralizzazione si aveva la seguente suddivisione: 1.I giacimenti delle quarziti (Su Sollu, Nanni Frau,Monserrau); 2.I giacimenti blendoso-calaminari (Pranu Sartu, Malfìdano-Caitas, Pranu Dentis e Pira Roma); 1. Giacimenti delle quarziti Queste mineralizzazioni, il cui sfruttamento iniziò nel 1950 dalla Soc. Pertusola nel giacimento di Nanni Frau, erano esclusivamente piombifere e presentavano qualche analogia con quelle di Arenas. La galena si presentava in piccoli cristalli disseminati nel quarzo. A tetto del giacimento, vi erano gli scisti siluriani, mentre a letto le dolomie. 2. Giacimenti blendoso-calaminari Ubicate in pieno calcare ceroide, queste masse calaminari si presentavano molto ricche in superficie evolvendo verso zone a più basso tenore, mineralizzate a solfuri in profondità. Queste rocce erano costituite quasi esclusivamente da smithsonite a cui si associavano anche blenda e galena. A Pira Roma il corpo mineralizzato in blenda si trovava immediatamente a letto degli scisti, sotto forma di impregnazione nel calcare. L'impianto di trattamento del minerale nella Laveria Malfidano (anni '70) Esso era costituito da due sezioni per il trattamento di solfuri misti di varia provenienza (sezione blendosi) e di ossidati calaminari e piombiferi (sezione ossidati), con una potenzialità giornaliera totale di 450-500 tonnellate. 1. La sezione blendosi I grezzi che venivano trattati in questa sezione, provenivano per lo più dalla vicina miniera di Su Zurfuru (misti Su Zurfuru, Perda s'Oliu e Gutturu Pala). In tale sezione operava un molino Hardinge, caricato con sfere da 80 mm a circuito chiuso con un classificatore a rastrelli. I circuiti di flottazione erano costituiti da una prima batteria di celle Denver 18 SP per il recupero della galena, e da una seconda batteria per il recupero del piombo. 2. La sezione ossidati Vi venivano trattate giornalmente 250 tonnellate di grezzi esclusivamente piombosi o galenosi-calaminari. La sezione frantumazione operava a secco. La sezione macinazione si avvaleva di un molino primario a barre, e di due molini biconici che operavano in circuito chiuso con un classificatore Dorr D.S.F. I circuiti di flottazione erano costituiti da Celle Denver 24 per il piombo e da celle Denver 18 SP per le calamine. L'Impianto sorgeva a 50 metri dalla battigia ed era ubicato in zona balneazione con conseguente scarico a mare dei rifiuti della flottazione, fino agli anni '60. Altre concessioni legate alla miniera di Malfidano L'intera area attorno al paese di Buggerru venne esplorata da tempi remoti alla ricerca di minerali di piombo e zinco; furono tanti i permessi di ricerca che si alternarono, alcuni poco noti, come ad esempio quelli di: Punta Perdosa, Toppi Vacca, S'Ega sa Fontana, Planedda, Monte Rexio ecc. Altri permessi e/o concessioni più conosciute erano le seguenti: Genna Arenas - Monte Regio (si trova anche Monte Rexi o Rexio). Bibliografia MEZZOLANI SANDRO e SIMONCINI ANDREA "Sardegna da Salvare. Storia, Paesaggi, Architetture delle Miniere" - VOL XIII. Nuoro, Ed.Archivio Fotografico Sardo, 2007. MANCONI FRANCESCO "Le Miniere e i Minatori della Sardegna" - Silvana Editoriale, 1986. SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871. Piombo Zincifera Sarda "Miniere di Arenas, Buggerru, San Giovanni, Su Zurfuru" - Iglesias, Rivista. Carta Geologica 1:25.000 Capo Pecora, Foglio 224. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997 Questa pagina ? stata visitata 70145 volte |
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